Il piano del governo: avanti con le trivelle. Trenta miliardi contro il caro-gas

Concessioni in cambio di metano subito a prezzi calmierati. Il ministro dell’Economia: pronti ad affrontare i rischi della recessione

Giorgia Meloni punta tutte le risorse disponibili per la manovra 2023 per combattere il caro-energia. E così, a conti fatti, tra i 9,5 miliardi che saranno utilizzati per il nuovo decreto Aiuti e i 23 miliardi mobilitati nella legge di Bilancio, si arriva a oltre 30 miliardi tra la fine del 2022 e l’anno prossimo. Ma non è solo sulle misure per l’emergenza che si muove la premier. La parola d’ordine è, ugualmente, avanti tutta sulla produzione di gas nazionale: da qui l’approvazione a stretto giro di un emendamento per sbloccare estrazioni e trivelle su vasta scala, ma principalmente in Adriatico. Si tratta – spiega direttamente la presidente del Consiglio – di una norma che dà la "possibilità di liberare talune estrazioni di gas italiano facilitando le concessioni in essere e immaginandone nuove. Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati".

Le aree per la ricerca di gas in Italia
Le aree per la ricerca di gas in Italia

A mettere a punto la misura il nuovo Ministro dell’Ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin: "Viene autorizzata l’estrazione da giacimenti nazionali con capacità sopra a 500 milioni metri cubi. Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell'arco di 10 anni". A specificare meglio i termini della liberalizzazione delle trivelle è il testo della Relazione illustrativa all’emendamento: vengono riammesse alle procedure di approvvigionamento anche "le concessioni di coltivazione di idrocarburi poste nel tratto di mare compreso tra il 45° parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalle linee di costa superiore a 9 miglia e aventi un potenziale minerario di gas per un quantitativo di riserva certa superiore a una soglia di 500 milioni di metri cubi".

Il governo, insomma, identifica il fronte della guerra al caro energia come la linea del Piave. Il provvedimento più immediato dovrebbe prorogare fino a fine anno i crediti di imposta per le imprese energivore (in esaurimento a novembre) e il taglio delle accise sulla benzina (in scadenza il 18 novembre). Possibile anche un rafforzamento del bonus sociale, che potrebbe essere sganciato dall’Isee. Sarà nella manovra, però, che si allargherà il raggio di azione degli aiuti anti caro-prezzi. "Siamo consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi di recessione", assicura il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Oltre agli interventi per l’energia, nel pacchetto dovrebbero finire anche la revisione del superbonus (che dovrebbe essere ridotto dal 110% al 90%) e del Reddito di cittadinanza. Sicuro anche l’innalzamento del tetto al contante (da 2mila a 5mila euro), oltre alle misure su cuneo (si darà continuità almeno al taglio di 2 punti) e sulle pensioni. È allo studio anche una nuova rottamazione, con un forfait del 5% su sanzioni e interessi e un piano di pagamenti in 5 anni, oltre a un possibile stralcio per le cartelle fino a 1.000 euro.