Giovedì 25 Aprile 2024

Il garante: editoria strategica, va aiutata

Per l'Agcom la crisi del settore è profonda. "La politica faccia una riflessione"

Angelo Marcello Cardani, presidente Agcom (Lapresse)

Angelo Marcello Cardani, presidente Agcom (Lapresse)

Roma, 12 luglio 2018 - «L’editoria è in crisi, la politica intervenga». A lanciare l’allarme è il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani che, ieri, nel corso della relazione annuale al Parlamento, ha sottolineato come il problema richieda «una riflessione di ampio respiro». Che investa, quindi, sia il governo sia il Parlamento. Considerando i dati del 2017, il valore economico del settore registra un’ulteriore flessione: 3,6 miliardi di ricavi complessivi, ossia il -5,2%. E, proprio a fronte di questa diminuzione di peso economico, serve uno scatto. Scatto necessario, «essendo in gioco non solo i destini di una filiera industriale – spiega Cardani – ma quelli di un bene di valore strategico e sociale quale l’informazione». Il comparto comunicazioni nel complesso lo scorso anno ha raggiunto quota 54,2 miliardi di euro, in crescita dell’1,2%: da una parte le comunicazioni, che valgono 32,2 miliardi (+0,9%), e il settore postale che balza in avanti del 6,6% a 7,4 miliardi, dall’altra i media, che calano dello 0,9% a quota 14,6 miliardi.

C’è poi un altro aspetto che merita spazio nell’agenda politica, a giudizio di Cardani: l’uso dei Big data, il flusso inarrestabile di dati digitali che circolano sul web, con tutti i rischi che la tendenza al monopolio di giganti come Facebook, Google e Apple comporta. «Uno scenario allarmante – ha delineato il presidente dell’Autorità garante delle Comunicazioni – tanto più se si considera che «sono sei le app installate da più di un miliardo di utenti nel mondo e tre imprese detengono otto delle dieci applicazioni più scaricate: Facebook, Google e Apple». Le soluzioni corrono lungo tre direttrici: disciplina dei mercati, anche attraverso norme «ex ante»; neutralità e trasparenza degli algoritmi; proprietà dei dati. Cardani chiama in causa ancora una volta il legislatore sul fronte della par condicio che va attualizzata. Ma invita anche a un’informazione più pluralista e «più vocata al contraddittorio». Infine, la tv. Guardiamo più «televisione liquida»: 3 milioni di italiani nel 2017 hanno seguito abitualmente la tv in streaming (si stima che a maggio 2018 abbiano toccato i 3,5 milioni) e 9-12 milioni hanno scaricato contenuti sui propri device . La ‘vecchia’ tv resiste, con Fox-Sky regina del mercato, seguita da Rai e Mediaset.

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