Martedì 23 Aprile 2024

Il digitale mediterraneo per il dopo Covid-19

I programmi di Pidmed con l’Università Federico II

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Il sereno dopo la tempesta passa anche dall’innovazione. E dalla divulgazione "Siamo impegnati nel capire come e quali tecnologie potranno sostenere la ripresa. Stiamo lavorando molto – spiega Alex Giordano (nella foto), docente di social innovation e trasformazione digitale della Federico II e direttore scientifico del programma Societing 4.0-Pidmed – per trovare soluzioni che ci consentano di spingere la rimonta dopo il periodo difficile. Abbiamo già alcune idee, speriamo di metterle in pratica presto". Sul tavolo c’è una miniserie che chiuderà il triennio di sperimentazione voluto da Pidemed, il Punto impresa digitale a vocazione mediterranea, promosso da Unioncamere con le Camere di commercio di Salerno e di Caserta, in partnership con il programma Societing 4.0 dell’Università di Napoli Federico II, a supporto delle aziende nella digitalizzazione.

Adattando, però, lo schema tradizionale dei Pid al contesto territoriale. "I Punti impresa digitale – spiega Giordano – sono previsti proprio dal piano nazionale Impresa 4.0, evoluzione di Industria 4.0. Quest’ultimo guarda soprattutto al modello tedesco della smart factory, la grande azienda automatizzata. Ma il tessuto socio-economico italiano, in particolare nell’area mediterranea, è costituito da tante piccole e piccolissime realtà in cui il valore aggiunto è determinato dalla creatività umana".

Ecco perché il lavoro del professor Giordano e del suo team si è concentrato "nella creazione di un sistema che si adattasse meglio al nostro contesto". Ed è nato Pidmed, come strumento per promuovere la tecnologia. "La particolarità è che ci rivolgiamo alle aziende prima di tutto ascoltandole per comprenderne le necessità, in modo da intervenire in maniera mirata". Sono oltre 500 le imprese seguite da Pidmed. In tale scenario è fondamentale l’attività svolta da Societing 4.0: un programma di ricerca-azione che considera insieme l’innovazione sociale e quella tecnologica. "Sviluppiamo conoscenze, anche teoriche, per un modello autoctono di innovazione. Siamo tra due morse: ci sono il modello californiano delle startup e quello centrale e statalista tipico della Cina. Noi pensiamo – osserva Giordano – che sia possibile elaborare una via mediterranea riconoscibile non per l’identificazione con un determinato territorio, ma per il modo di lavorare".

Il triennio di sperimentazione si concluderà con una miniserie lanciata dall’ateneo napoletano e la Rai con l’obiettivo di far conoscere le tecnologie 4.0 in sei puntate che consentiranno di conoscere la robotica, l’intelligenza artificiale, i big data, la realtà aumentata, la stampa 3D e l’Internet delle cose.

Giuseppe Catapano

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