Giovedì 18 Aprile 2024

Il clima impazzito fa male alle api Crolla la produzione di miele italiano Le coop chiedono un ente di tutela

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ROMA

IL 2019 sarà ricordato come un anno nero per il miele italiano che quest’anno vedrà una riduzione della produzione di oltre il 40%, con punte del 70% in alcune zone. Le produzioni a maggiore marginalità, a partire dall’acacia, sono quelle che registrano i cali più significativi, ha previsto Alleanza Cooperative Agroalimentari, per il quale la causa principale delle mancate produzioni è da imputare ai cambiamenti climatici in corso, con andamenti stagionali irregolari, temperature primaverili basse e ripetuti fenomeni piovosi, o di vento forte e inondazioni, che hanno fortemente condizionato l’attività di bottinatura delle api.

«IN ITALIA – dice il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri – esistono rappresentanze degli apicoltori, dei produttori di api regine, dei produttori di pappa reale, delle cooperative apistiche, ma ad oggi non esiste una struttura dedicata alla valorizzazione del prodotto principale dell’attività: il miele. Si tratta di una esigenza forte, ben identificata ma finora non soddisfatta, che andrebbe colmata attraverso la costituzione di una Associazione Nazionale per la Tutela e la Promozione del Miele a cui potranno aderire tutti gli enti che a vario titolo rappresentano il settore apistico italiano». La proposta è stata avanzata nel corso di un’iniziativa alla presenza del sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Alessandra Pesce.

«IL SETTORE sta registrando un’inversione di tendenza rispetto al passato – spiega il presidente Mercuri – con una significativa crescita delle aziende apistiche con partita IVA e con una gestione a finalità economica, rispetto agli apicoltori per autoconsumo (gli amatoriali). Sulla rilevanza economica del comparto spesso non si riflette adeguatamente: un dato significativo è ad esempio quello del valore del servizio di impollinazione fornito dagli insetti pronubi, che è stimato in circa 1 miliardo e mezzo di euro all’anno. Una percentuale pari a circa l’80% delle piante agrarie nel nostro Paese riceve benefici dalla impollinazione».

IN ITALIA operano 51.578 apicoltori per oltre 1,4 milioni di alveari (fonte Ismea, Report 2019). La produzione di miele ufficiale secondo le rilevazioni dell’Istat è di circa 8.000 tonnellate, per un valore di circa 61 milioni di euro. L’Italia è il quarto paese dell’Unione europea per dimensioni del settore, dopo Spagna, Romania e Polonia. La produzione di miele italiano – sostiene l’Alleanza delle cooperative – è «ampiamente sottostimata poiché i dati Istat non tengono conto della configurazione particolare del settore: sono assai numerosi infatti gli alveari condotti da aziende non agricole, così come ampia è la produzione domestica con relativa vendita diretta». Secondo le stime dell’Osservatorio nazionale sul miele, la produzione di miele si attesterebbe su oltre 23,3 mila tonnellate totali.

IL SETTORE sta registrando un’inversione di tendenza rispetto al passato con una significativa crescita delle aziende apistiche rispetto agli apicoltori per autoconsumo (gli amatoriali). Alleanza Cooperative Agroalimentari associa e rappresenta oltre 7.500 aziende apistiche con un totale di 395.000 alveari. La produzione media è di 4.000 tonnellate annue, pari al 50% della produzione rilevata dall’Istat.

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