Il 36% di italiani pronti a ridurre i consumi a Milano

Gli italiani sono i meno disposti a ridurre la spesa alimentare per risparmiare: l'inflazione ha portato a una riduzione della capacità di spesa pro-capite di 6700€, che si è affrontata con i risparmi accumulati.

In Europa, gli italiani sono in percentuale i meno disposti a ridurre la spesa destinata al cibo come strategia di risparmio (14% rispetto al 27% della media tra Francia, Germania, Spagna e Regno Unito). È quanto emerge dall’anteprima del "Rapporto Coop 2023. Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani", che ha analizzato gli effetti prodotti dall’inflazione (+ 6,1% in Italia). Rinunce a comprare elettrodomestici, a cambiare auto, a ristrutturare casa o andare in vacanza: 5,5 milioni di italiani hanno fatto e continuano a fare sacrifici per fronteggiare l’aumento generalizzato dei prezzi, sforzandosi però di non sacrificare la propria alimentazione. Benché meno profondi rispetto a Francia, Spagna o Germania, gli effetti del carovita sul carrello sono comunque presenti, e pesano in particolare sul consumo di ortofrutta. La diminuzione di questi prodotti non rende solo "meno colorata la tavola degli italiani", ma mette in crisi la dieta mediterranea, come segnalato dall’inedita percentuale di chi dichiara di non riconoscersi in nessuna identità alimentare (20%). Nei prossimi mesi, l’inflazione per alimentari e bevande analcoliche (+21,3% in Italia; +26,9% in Europa) continuerà a comprimere la domanda interna. Ed è previsto che non tornerà ai livelli prepandemici prima del 2025. Anzi: il 36% degli italiani intende ridurre i consumi al netto dell’inflazione, contro solo l’11% che pensa di aumentarli.

Dal 2021 al primo semestre 2023, ammonta a 6700 euro la cifra pro-capite persa a causa dell’aumento dei prezzi. Una riduzione della capacità di spesa cui italiani e italiane hanno fatto fronte utilizzando soldi messi da parte: se il 23% ha fatto ricorso ai risparmi, il 33% ha ridotto la quota di reddito a essi destinata. Con il risultato che, dopo 11 anni, sono tornati a calare i depositi.

Matteo Cianflone