I turisti di ritorno sono un tesoretto che vale miliardi

Sempre più stranieri sulle orme di Madonna e Sly. Volano in Italia per ritrovare le proprie radici

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Sulle orme di Madonna, Lady Gaga, John Turturro e Sylvester Stallone, sono sempre di più le persone che hanno sentito il bisogno di tornare nei luoghi di origine di genitori e nonni. Non solo vip, dunque, ma un flusso di cittadini disposti ad attraversare anche un oceano per tornare dove tutto è incominciato.

Si chiama ’turismo delle radici’ o ’turismo di ritorno’ e sta generando volumi sempre più interessanti, soprattutto per i Paesi che hanno un passato di forte emigrazione, come l’Italia.

Nei giorni scorsi, il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha annunciato un finanziamento "nel Pnrr, che mira alla promozione dei circuiti turistici meno noti, rivolgendosi a un bacino di circa 60-80 milioni di italiani o italo-discendenti all’estero". Un fenomeno che oltre a dare identità, risposte, ricordi ed emozioni a chi ritorna può contribuire a rivitalizzare i piccoli borghi smuovendo l’economia locale, favorendo l’occupazione e recuperando le abitazioni storiche.

Soprattutto l’America – sia gli Stati Uniti sia l’Argentina e il Brasile – può essere il continente più interessato, una volta finito l’incubo del Covid. Senza dimenticare Francia, Svizzera, Germania e Australia.

Non è facile stimare i numeri esatti: uno studio dell’Enit (2018) parlava di una potenziale spesa di 4 miliardi in una stagione, ma mescolava anche i flussi originati dalle comunità di residenti stranieri in Italia. Inoltre, bisogna tenere conto che molti di questi turisti - in gergo ’rootisti’, da roots, ovvero ’radici’ in inglese - alloggiano presso parenti e le famiglie di appartentenza. Ci sono nazioni, come la Scozia, che negli ultimi anni ha saputo trarre profitto dai ’ritorni’ di immigrati o discendenti degli stessi, già alcuni anni fa il 2% dei turisti totali era legato a un movimento di questo tipo.

"È una grande opportunità per il settore turistico incoming dell’Italia, anche perché è un turismo destagionalizzato, sostenibile e disseminato in tutta l’Italia anche in luoghi cosiddetti minori – spiega Letizia Sinisi, autrice del libro-manuale Turismo delle Radici, un’opportunità per ripartire con il Rooting Experience Planning – Un turismo di nicchia diffuso: con i suoi 80 milioni stimati di discendenti nel mondo e 70 milioni di italofili, persone che si sentono vicine e amano l’Italia anche senza avere predecessori italiani ma solo per la nostra storia, l’arte e l’Italian Lifestyle, abbiamo già una platea di 250 milioni di potenziali clienti pronti a un contatto dal vivo con l’Italia". Se ne parlerà anche al TTG Travel Experience, kermesse che si tiene da mercoledì a venerdì prossimi alla fiera di Rimini.

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