Martedì 17 Settembre 2024
BRUNO
Economia

I tempi incerti della possibile stagflazione

Villois

La stagflazione si sta profilando all’orizzonte. Il rallentamento dei flussi turistici esteri, prevedibile da metà ottobre, determinerà un ulteriore caduta di consumi. Situazione facilmente prevedibile, visto che da molti mesi sono in arretramento parte dei depositi bancari, che si sono esaurite sia la fase di risparmio dovuta all’impossibilità di spendere causa Covid, sia la domanda del 2022, che ha fatto girare il ciclo economico a livelli da quasi record. Poi ci sono il costante rallentamento della produzione industriale in Germania (nostro primo sbocco del l’export), l’esplosione dei costi energetici (mitigatosi solo da fine anno scorso), e soprattutto una inflazione cumulata in 18 mesi che si è avvicinata al 20%, con il carrello della spesa degli alimentari e di largo consumo di 10 punti in più. Un insieme di fattori che non poteva che portare ad una domanda di beni e consumi in contrazione. Domanda che purtroppo subirà ulteriori restringimenti per i costi ordinari per il riscaldamento, in arrivo con l’autunno-inverno, a cui si può aggiungere un ulteriore calo del potere di acquisto dovuto ad un reddito da lavoro, sia dipendente, che autonomo, derivante proprio dal calo della domanda sulle produzioni e servizi.

La stagnazione è un processo che è sempre seguito all’inflazione. Dimensione e durata sono difficili anche solo da ipotizzare, sopratutto nel caso i disequilibrii internazionali dovessero subire ulteriori tensioni e il mercato finanziario regolamentato, che raccoglie il risparmio, a sua volta perdesse oltre le due cifre, stabilizzandosi in basso. Una condizione che allarmerebbe ulteriormente le famiglie.