Giovedì 18 Aprile 2024

I Fondi chiedono più soldi per le quote di Aspi

Tci presenta un reclamo alla Ue: l’aumento di capitale voluto del governo ha abbassato il valore di mercato.

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di Elena Comelli

L’interesse dei fondi per Autostrade non manca. Il titolo di Atlantia è cresciuto in Borsa, registrando un +4,8% a 14,22 euro, dopo che il fondo Tci, azionista all’8% della holding, ha sfidato il piano del governo per estromettere i Benetton. L’obiettivo è di ottenere una valutazione di Aspi superiore a quella implicita nell’aumento di capitale riservato a Cdp, che con 3-4 miliardi otterrebbe il 33% della concessionaria. "Le attuali proposte del governo italiano per un aumento di capitale di Aspi a un prezzo coercitivo e non determinato dal mercato sono abusive, non trasparenti e distruttive del valore creato", ha dichiarato nel weekend il fondatore di Tci, Christopher Hohn, secondo cui Aspi vale 11-12 miliardi di euro ante aumento di capitale. Hohn ha, inoltre, aggiunto di aver "presentato un reclamo formale" alla Commissione europea per violazione delle regole del diritto comunitario ed è convinto che "altri investitori faranno lo stesso". A opporsi allo schema di Cdp sono quasi tutti gli azionisti dell’una e dell’altra società, dai tedeschi di Allianz ad Hsbc fino al fondo Gic di Singapore.

La proposta del fondo inglese è di effettuare uno spin-off della società e poi, in un secondo momento, permettere a Cdp e altri di acquistare la quota di Edizione a prezzi di mercato. Oggi i Benetton possiedono il 33% di Atlantia, la quale a sua volta controlla l’88% di Aspi. Per dirla più chiaramente, la loro quota in Autostrade vale in effetti il 26%. L’impegno con il governo è di scendere all’11%, per poi uscire del tutto. La proposta di Cdp, graditissima alla componente grillina del governo, è di far uscire i Benetton da subito. Una soluzione alla quale – a parole – la famiglia non si dice contraria.

Ma a quale prezzo? Cruciale per il valore dell’asset sarà la definizione del nuovo piano tariffario, per il quale mancano ancora i dettagli. La settimana scorsa la ministra dei Trasporti Paola de Micheli è stata onesta: ha detto che le tariffe "non aumenteranno nel 2020", salvo ammettere che potrebbero aumentare dall’anno prossimo.

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