Giovedì 18 Aprile 2024

I dazi Usa graziano Roma: punite Parigi e Berlino

Prodotti francesi e tedeschi i più colpiti da Trump. Ma restano le tariffe aggiuntive su Parmigiano e Grana.

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di Elena Comelli

Niente nuovi dazi Usa su vino, olio e pasta Made in Italy. L’amministrazione Trump ha deciso di ’graziare’ l’Italia rispetto all’ipotesi iniziale di estendere gli aumenti tariffari anche ad altri prodotti italiani, oltre ai formaggi. Si è accanita invece sui vini e su altri prodotti alimentari francesi e tedeschi, come ritorsione per i sussidi europei concessi ad Airbus. Rispetto alla lista di febbraio del rappresentante per il Commercio di Washington non è cambiato molto, ma oltre ai prodotti aggiuntivi italiani ne rimangono fuori alcuni dalla Grecia e dal Regno Unito. Entrano, invece, beni per un volume di scambi equivalente da Francia e Germania. "I cambiamenti sono modesti – scrive in una nota il rappresentante Usa per il commercio Robert Lighthizer –. Il volume di prodotti soggetti a contromisure rimarrà invariata a 7,5 miliardi di dollari e le aliquote tariffarie rimarranno invariate al 15% per gli aeromobili e al 25% per tutti gli altri prodotti". Le imposizioni entreranno in vigore l’1 settembre. Tra i prodotti colpiti ci sono vini francesi, formaggi italiani e whisky scozzese single malt, biscotti, salame, yogurt, olive dalla Francia, salsiccia di maiale prodotta nella Ue e caffè tedesco. "Si tratta di una decisione che premia gli sforzi del governo e in particolare della Farnesina e della nostra ambasciata a Washington", commenta il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto.

Soddisfatta Coldiretti: "Gli Stati Uniti sono il primo mercato extraeuropeo per i prodotti agroalimentari tricolori per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 miliardi", ricorda. Restano le tariffe aggiuntive del 25% in vigore dal 18 ottobre 2019, che hanno colpito Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, oltre a salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, liquori. "È un’ottima notizia", commenta Confagricoltura. Per Federvini "i vini italiani hanno evitato la spada di Damocle dei dazi Usa". Cia ritiene indispensabile continuare l’azione a livello europeo, perché i dazi su prodotti francesi e tedeschi avranno ripercussioni per il nostro Paese: "La chiusura dello sbocco Usa per quelle merci creerà necessariamente una sovraofferta nel mercato interno".

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