Venerdì 19 Aprile 2024

Hexagro, l’orto è verticale "Natura nei centri urbani"

Così Hexagro reinventa il modello di urban farming durante il lockdown. .

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di Daniele Monaco

Riportare la natura nei centri urbani, aiutando le persone a coltivare ortaggi, verdure, bulbi, piccoli frutti e piante aromatiche sul balcone o sul terrazzo di casa, grazie a un orto verticale di 40 vasi senza terra, nello spazio di qualche mattonella. È l’idea di Hexagro, azienda di Milano di vertical farming che nel lockdown si è reinventata con "Poty": "Se prima si trascorreva la maggior parte della giornata negli uffici, nostro maggiore mercato insieme agli hotel, con la crisi da Coronavirus ci siamo chiesti come portare la nostra idea di giardinaggio e benessere dove le persone vivono di più, nelle loro case: Poty è la nostra risposta".

Alessandro Grampa, 27 anni, insieme a Felipe Hernandez, l’ideatore colombiano di 29 anni ha fondato nel 2016 Hexagro, il cui prodotto di punta è Living Farming Tree, giardino IoT automatizzato da interni, una struttura di moduli esagonali dall’aspetto futuristico, aeroponica e luci led, con cui Hexagro aveva partecipato all’acceleratore per startup della Seif impact academy di Zurigo nel 2018. "Non è tuttavia un sistema adatto a un impiego domestico", spiega Grampa. che con Hernandez ha ideato un orto verticale più contenuto, di quattro vasi in plastica riciclata per modulo, disposti a quadrifoglio su una base di 42x42 centimetri, alta fino a 1,54 metri.

Il design biofilico, che riproduce forme esistenti in natura, permette di recuperare l’acqua irrorata dall’alto con un sistema di fertirrigazione arricchita di micro e macronutrienti "mentre in un orto normale il 60% dell’acqua viene sprecata". Al posto della terra nei contenitori c’è un substrato in fibra di cocco che "sporca meno, stimola l’areazione delle radice e allontana le patologie e i funghi favoriti dal ristagno dell’acqua", spiega Grampa.

Il kit viene consegnato a casa in cinque o dieci moduli (prezzo di lancio 149-199 euro), con un catalogo che a settembre arriverà a 100 varietà di piante, già germogliate in base alla stagione. "Oltre allo spazio ridotto, uno degli ostacoli per iniziare a coltivare in casa è l’inesperienza – osserva Grampa –. Poty adotta un approccio di ‘gamificazione’ per chi pensa di non avere il pollice verde: tramite l’app l’utente può chiedere consiglio a un chatbot, che risponderà come un assistente virtuale, senza cercare consigli tra molti blog diversi".

L’obiettivo è creare una community di coltivatori urbani connessi alla stessa piattaforma e con un progetto sociale per le comunità più esposte ai rischi del cambiamento climatico. Per ogni Poty venduto, Hexagro finanzia altri moduli da installare tramite il progetto Hexagro Siembra vertical, molto attivo in Colombia grazie alla Ong Fundaces. "Parigi, Singapore, Detroit, nel resto del mondo l’urban farming si è già diffuso – conclude Grampa –. In Italia una spinta è arrivata da Expo: con Poty vogliamo permettere alle persone di coltivare il necessario senza pesticidi, evitando gli sprechi alimentari e aiutando chi vive in città a riconnettersi con la natura grazie al giardinaggio e alla cura delle piante".

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