Mercoledì 24 Aprile 2024

Guida ai mutui: tasso fisso o variabile? Cosa conviene, gli esempi

L'Euribor a 3 mesi è salito al 2,6% mentre l'Irs a 20 anni è sceso al 2,5%. Cosa vuol dire? Ora il 70% dei nuovi mutui viene richiesto a tasso fisso

Per anni, il tasso variabile, è stata la formula più amata e più inseguita da chi ha dovuto sottoscrivere un mutuo per acquistare casa o semplicemente per avere un prestito. Ma ora lo scenario sta rapidamente cambiando.

Come cambia la rata del mutuo
Come cambia la rata del mutuo

Mutui, inflazione e Bce

Tutta colpa dell’inflazione, che ha rialzato la testa, e della Bce che ha aumentato il costo del denaro. Il risultato è che ora, gli esperti, hanno pochi dubbi ed hanno riscoperto tutto l’appeal del tasso fisso.

Ma che stanno realmente le cose? Ecco una piccola guida per chi ha già un mutuo o per chi deve ancora stipularlo.

Fisso o variabile?

Tutto si gioca sulle decisioni che saranno prese a Francoforte entro marzo. Gli operatori finanziari hanno pochi dubbi: la Bce continuerà a far salire il costo del denaro, viste le tensioni sui prezzi e le incertezze sul fronte dell’economia. Già ora, per la verità, i mercati sono sensibili agli umori della banca centrale europea.

L'Euribor e lrs

L’Euribor a tre mesi, l’indice di riferimento dei tassi variabili, è salito al 2,6%, quasi il doppio rispetto all’1,4% di ottobre. Tutto lascia pensare che nei prossimi mesi toccherà il 3%. Tutt’altro copione per l’Irs a 20 anni, punto di riferimento per il tasso fisso, che è passato dal 2,9 di ottobre al 2,5 di dicembre. Insomma, un sorpasso.

Cosa conviene fare?

E’ naturale che, in queste condizioni, siano i mutui a tasso fisso quelli più convenienti. La rata variabile, dando per scontato che la Bce continuare ad aumentare il costo del denaro, crescerà ancora e avrà un impatto pesante sulle tasche dei risparmiatori. Quindi, per chi deve fare un mutuo oggi, la scelta è pressochè scontata. Diverso, il caso, per chi è alla fine del piano di ammortamento: in questo caso la scelta migliore è conservare la formula già attiva.

Più complessa la situazione per chi, invece, deve passare dal variabile al fisso: bisognerà fare bene i calcoli per evitare brutte sorprese. Oggi, infatti, il tasso fisso viaggia su una media del 3,6-3,6%.

Facciamo qualche esempio

Per un mutuo di 150mila euro a trent’anni, fino al 1 dicembre scorso la rata era di 557 euro. Con gli aumenti decisi dalla Bce, si è arrivati a inizio anno a 675 euro. Per un tasso variabile, invece, la rata era arrivata a dicembre a quota 668 euro, raggiungendo quella del fisso. Ma con la prospettiva di un ulteriore aumento nei prossimi mesi. Tutto questo ha un immediato riflesso sui nuovi contratti di mutuo. Dopo il boom del "variabile" nel 2022, ora oltre il 70% delle richieste è orientato per il tasso fisso. Con una forte pressione anche sull’esercizio della surroga: sono molti i risparmiatori che, giorno dopo giorno, stanno pensando di cambiare formula per attenuare il rischio di un’impennata delle rate nei prossimi mesi.

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