Tim, la svolta: ora tocca a Gubitosi. Salvini: controllo pubblico sulle reti

Vivendi vota contro il nuovo ad. Sul piatto l’intesa con Open Fiber

Luigi Gubitosi (Ansa)

Luigi Gubitosi (Ansa)

Roma, 19 novembre 2018 - In Tim comincia l’era di Luigi Gubitosi. Nel cda di ieri, presieduto da Fulvio Conti, tutti i voti dei consiglieri indipendenti in quota al fondo Elliott si sono compattati sulla nomina del commissario Alitalia a nuovo amministratore delegato della compagnia telefonica, dopo la sfiducia di martedì scorso ad Amos Genish. Contrari i cinque consiglieri di Vivendi, tra i quali l’ex ad revocato. È la prima volta, nella pur tormentata storia di Telecom, che il ceo viene nominato senza l’unanimità del consiglio. Non sarà un compito facile quello di Gubitosi che, ieri, ha spiegato che tra gli obiettivi punta a «ridurre il debito e a esaminare con attenzione il progetto di una rete unica». 

Il Movimento 5 Stelle ha depositato alla commissione Finanze del Senato un emendamento al decreto fiscale, che punta a un esproprio della rete da Tim. Sull’ipotesi di creare un player unico, se questo dovesse essere necessario, è intervenuto ieri anche il vicepremier Matteo Salvini, il quale ritiene che sia meglio un «controllo pubblico» dove passano dati sensibili. Ovvero un controllo delle rete. Il nodo è il rapporto con Open Fiber, controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti. «Stiamo ragionando. L’importante è non cedere più infrastrutture strategiche per l’Italia a potenze o compratori stranieri», sostiene il ministro.

A chi gli chiedeva se fosse meglio un player della rete a controllo pubblico, ha detto che «a volte meglio pubblico a volte meglio privato. Dove passano dati sensibili italiani io preferisco che ci sia controllo pubblico». Mentre il governo italiano prende posizione per lo scorporo della rete dai servizi telefonici, Vivendi ribadisce però un’opposizione totale, facendo valere la sua natura di «investitore di lungo termine» contrapposta a Elliott, accusato di fare speculazione. 

I vertici individuati da Elliott rispondono, secondo Vivendi, al piano del governo di smantellare il gruppo. Il nome di Gubitosi è emerso negli ultimi giorni, scavalcando la candidatura dell’ex numero due di Fca Alfredo Altavilla, grazie alle sue precedenti esperienze nel mondo delle tlc, alla guida di Wind, e alla sua dimestichezza con il governo in carica. La decisione del cda è stata presa in base all’indicazione del comitato nomine di ieri mattina, che ha designato Gubitosi con la maggioranza dei tre componenti in quota Elliott (il presidente Altavilla, Bonomo e Sabelli) e l’opposizione dei due indipendenti in quota Vivendi (Capaldo e Valensise). Risultato a cui si è arrivati dopo giorni di consultazioni, soprattutto fra i consiglieri in quota Elliott.

Il processo turbolento che ha portato alla nomina sarà oggi sottoposto al giudizio dei mercati.

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