Giovedì 25 Aprile 2024

Gritz strizza l’occhio ai celiaci: 5 birre artigianali mettono d’accordo tradizione e innovazione

Claudio Gritti è riuscito a trasformare la sua passione in una professione. .

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di Paola Benedetta Manca

La nuova frontiera della birra è una bevanda gustosa e dal sapore deciso, a cui nessuno è costretto a rinunciare, neanche chi è intollerante al glutine. La birra Gritz senza glutine nasce in Brianza nel 2012. Viene alla luce dopo vari esperimenti da parte di Claudio Gritti (nelle foto), maestro birraio oggi 32enne, nella sua piccola taverna di famiglia. Gritti tenta varie combinazioni e, alla fine, non solo raggiunge il risultato sperato, ma riesce a dare vita a cinque birre artigianali che mettono d’accordo tradizione e innovazione, trasformando la sua passione in una professione.

Nel 2015 si trasferisce a Erbusco, tra i filari della Franciacorta, dove nasce il birrificio Gritz. E’ il primo artigianale in Italia con produzione totalmente senza glutine da processo ‘gluten removed’ e uno dei pochissimi al mondo.

"Solitamente – spiega Gritti –, una birra tradizionale contiene quantitativi di glutine superiori alla soglia limite dei 20 ppm, non essendo per questo adatta ai celiaci. E’ necessario, quindi, ideare varianti che consentano di abbattere il quantitativo di glutine fino a valori molto bassi, quasi sempre inferiori ai 10 ppm. Il Birrificio Gritz raggiunge questo obiettivo con la birra ‘Gluten Removed’ o ‘Deglutinata’: segue il tradizionale processo produttivo e, solo alla fine, adotta un accorgimento produttivo, tra cui l’inserimento di un enzima, che assorbe gran parte di glutine presente".

Ma il fatto che le birre Gritz non abbiano glutine non significa – assicura Gritti – che non abbiano sapori decisi: "Sono birre di carattere che uniscono salute, piacere e libertà". Le birre di Gritz si declinano in cinque gusti: ‘La Belga della Danda’, dal sapore liquoroso e con il carattere maltato; ‘La Pils della Graziella: un tocco d’Amar!’ che affascina per la freschezza e i sentori floreali dei luppoli; poi c’è ‘La Weiss della Barbara: va giù che è un piacere!’, con un tipico sapore delicato che ricorda la banana e una piacevole acidità e ‘La Ipa della Camilla: una vera Cheers-Leader!’, con un aroma floreale che inebria, lasciando posto a un lieve sapore maltato. Completa le referenze la ‘Birra di Natale: il regalo che vorrei’: la prima Christmas Ale completamente gluten free. Nasce dall’incontro tra acqua, malto d’orzo, di frumento, luppolo, zucchero caramellato, con sentori di anice stellato, cannella e noce moscata.

Tutte le referenze sono certificate Aic e distribuite sia nel canale Horeca che nei punti vendita specializzati. "Le prime quattro birre – spiega Gritti – hanno disegnata sull’etichetta, realizzata da uno studio di Brescia di giovani talentuosi, una diversa donna che, in qualche modo, ha avuto a che fare con il birrificio e da cui prende il nome la bevanda: mia nonna, mia zia, mia madre e la mia compagna Camilla".

Durante il lockdown, le vendite hanno subito una perdita dell’80%, "però – spiega Gritti – non ci siamo persi d’animo e abbiamo sviluppato il canale dell’e-commerce che ha avuto una vera esplosione, crescendo del 400%. Contiamo di pareggiare presto le perdite, anche perché il nostro birrificio è sempre più conosciuto, soprattutto dalle realtà che cercano prodotti senza glutine. Da qualche mese riceviamo molte richieste da tutta Italia e qualcuna anche dall’estero. Il nostro obiettivo – conclude Gritti – è quello di continuare a espanderci e farci conoscere e, per l’autunno, c’è il progetto di creare una nuova birra, questa volta scura".

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