Martedì 16 Aprile 2024

Granarolo, sos siccità negli alpeggi: "Aumenteremo il prezzo del latte"

Il presidente Calzolari e l’incremento dei costi di produzione: "Saliti del 25%, temo una flessione dei consumi"

Dalla Lombardia all’Emilia a causa della siccità gli alpeggi sono sempre più ingialliti

Dalla Lombardia all’Emilia a causa della siccità gli alpeggi sono sempre più ingialliti

Bologna, 23 luglio 2022 -  È emergenza siccità negli alpeggi, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione in montagna, in riferimento all’ultima ondata di caldo che soffoca il Paese. "Una situazione drammatica sui pascoli in altura che coinvolge dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia – sottolinea Coldiretti – con prati secchi che costringono le greggi a spostarsi sempre più dentro nei boschi, caldo anomalo, fonti d’acqua in affanno con gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori, come in provincia di Bergamo. Sempre in Lombardia nel Bresciano sorgenti al minimo storico e pascoli rinsecchiti e autobotti in azione. In sofferenza – continua Coldiretti – anche gli alpeggi tra Alto Lago di Como, Valtellina e Valchiavenna, con erba dei pascoli ingiallita e difficoltà di far abbeverare gli animali. 

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Gianpiero Calzolari, presidente Granarolo, in uno scenario complesso come quello attuale, anche il mondo del latte alimentare è chiamato a fare i conti con significativi rincari. "Purtroppo sì. Negli ultimi vent’anni, il prezzo del latte è rimasto immutato, certamente con qualche piccola oscillazione di costo, ma sostanzialmente vantando una buona stabilità. Da un anno a questa parte, si è invertita la rotta: le prime complicazioni hanno preceduto di qualche mese lo scoppio della guerra in Ucraina, poi aggravatasi ulteriormente con l’inizio del conflitto stesso. E da una situazione in cui i costi della produzione erano ancora sotto controllo, siamo passati ora a uno scenario sempre più cupo, minato da diversi fattori che hanno causato un aumento dei prezzi sempre più significativo. Con questa impennata dei costi, infatti, tutta l’Europa sta producendo molto meno latte".

In che modo? "Si è creata una condizione che possiamo definire paradossale: dalla soia i cui prezzi sono schizzati alle stelle, fino al mais introvabile che complica lo scenario quotidiano delle stalle, passando per i rincari dell’energia e del carburante. L’aumento dei costi della produzione del latte si aggira così intorno al 20, 25%".

Incremento che si ripercuoterà anche sul prodotto finale? "È chiaro che anche il consumatore dovrà subire, in qualche modo, questi rincari. Nei mesi di aprile, maggio e giugno, per ciò che riguarda il latte da stalla, il costo era pari a 48 centesimi: un balzo di dieci centesimi rispetto all’anno scorso, dove ammontava a 38 circa. Nei prossimi mesi crescerà ulteriormente, fino a un raddoppio del 50%: se pensiamo al prodotto finale, è chiaro che anche la bottiglia di latte che troviamo sugli scaffali del supermercato dovrà aumentare di qualche centesimo. È chiaro che quest’ultimo non sia fisso, poiché incidono anche le diverse promozioni e tipologie, ma il consumatore sarà certamente portato a fare i conti con un incremento significativo. Se oggi i prezzi del latte al supermercato variano da 1,20 euro fino a 1,70 euro, queste cifre registreranno un incremento. Ma ognuno, in merito, farà le sue politiche".

Quali sono i maggiori rischi? "Come tutte le conseguenze di aumenti importanti, la preoccupazione è quella che si verifichi un’inflessione dei consumi. Teniamo a mente, però, che parliamo di cibo e quindi questo rischio è minore, in quanto non credo che i consumatori rinunceranno a fare acquisti di questo tipo".

Ad aggiungersi a uno scenario già complesso è ora anche la siccità. "Sì ed è un problema non da poco. Questo fenomeno, infatti, incide molto anche sulla produzione del latte. Non piove ormai da molto tempo in Pianura Padana e questo complica le cose. Gli allevamenti che auto producono hanno esaurito le scorte e questo, ovviamente, scatena una forte preoccupazione per il nostro settore, ultimamente colpito da fenomeni di diversa natura, uno dopo l’altro. Il raccolto scarseggia e molte stalle hanno cominciato a cercare delle soluzioni che potessero contenere le problematiche, ma gli ostacoli e la preoccupazione, dato l’allarme siccità che si sta protraendo, persistono".

Il latte potrà divenire un prodotto difficilmente reperibile? "Ora come ora questo problema non esiste, né c’è bisogno di allarmismi in merito. Lo scenario è certamente complicato e i prezzi aumenteranno, ma chi riuscirà comunque ad acquistarlo e a stare al passo con questo cambiamento, non farà fatica a reperirlo".