Tempesta finanziaria: Gran Bretagna sull'orlo del burrone. Cosa succede e perché

La Bank of England fatica a tenere sotto controllo il coas scatenato dal taglio alle tasse annunciato – e poi in parte ritirato – dal nuovo governo guidato da Liz Truss. Crollo della sterlina, forte tensione sul mercato secondario e tracollo dei fondi pensione, ma i guai sembrano solo all'inizio

La City di Londra (Ansa)

La City di Londra (Ansa)

Il Regno Unito cammina sull'orlo del burrone e la Bank of England, guidata da Andrew Bailey, fatica a tenere sotto controllo la tempesta finanziaria scatenata dal taglio alle tasse annunciato – e poi in parte ritirato – dal nuovo governo guidato da Liz Truss, che ha causato il crollo della sterlina, una forte tensione sul mercato secondario e un tracollo dei fondi pensione. Oggi la sterlina ha ripreso quota sull'onda delle voci di un ritiro completo del piano del governo, ma Downing Street ha smentito. Il ministro della Finanze Kwasi Kwarteng ha detto da Washington, dove si trova per l'assemblea del Fmi, "non vado da nessuna parte", ma le voci sono che al suo ritorno a Londra il governo potrebbe mettere le mani sulle misure più controverse.

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Bailey intanto ha lanciato un avvertimento sul "rischio materiale" per la stabilità finanziaria del Regno Unito, annunciando l’ennesima estensione del piano d’emergenza di acquisti del debito britannico da 65 miliardi di sterline lanciato lo scorso 28 settembre. Nel tentativo di calmare i mercati e proteggere i fondi pensione, la banca centrale ha poi ampliato il suo intervento d’emergenza ai Gilt indicizzati, i titoli di Stato inglesi legati all’inflazione. Secondo il Financial Times, la BoE potrebbe estendere le misure di emergenza per l'acquisto di obbligazioni anche alla prossima settimana al fine di garantire una continua stabilità del mercato, il che segnala le incertezze della banca travolta dalla bufera, visto che all'inizio di questa settimana Bailey aveva avvertito i fondi pensione di avere a disposizione "solo tre giorni per risolvere i problemi di liquidità".

Kwarteng, da parte sua, ha deciso di anticipare dal 23 novembre al 31 ottobre la presentazione del budget fiscale. L’anticipo della data della manovra permetterà ai mercati di capire dove il governo prenderà i soldi per finanziare i tagli alle tasse e i piani d’emergenza sulle bollette. Nonostante il ritiro della misura più controversa, quella che prevedeva di ridurre l’aliquota massima dal 45 al 40% favorendo le classi più ricche della popolazione, sul piatto rimangono ancora misure per 43 miliardi di sterline. Con la presentazione anticipata del budget fiscale, inoltre, la BoE avrà la possibilità di tenere conto dei piani fiscali e di spesa del governo prima di rendere nota la prossima decisione sui tassi di interesse, il 3 novembre. Molti investitori ritengono che l’istituto potrebbe aumentare i tassi di un intero punto percentuale per contrastare l’impatto inflazionistico dei tagli fiscali voluti dall’esecutivo.

Anche Kristalina Georgieva, numero uno del Fmi, ha ribadito oggi l'opinione del fondo secondo cui la politica fiscale "non dovrebbe minare la politica monetaria". Nei commenti diretti al Regno Unito, dopo un incontro con Kwarteng e con Bailey, ha detto: "Non prolungate la sofferenza, assicuratevi che le azioni siano coerenti e consistenti". E ha aggiunto: "£Se l'evidenza è che va fatta una ricalibrazione, è giusto che i governi la facciano".

Ma i guai per il Regno Unito sembrano solo all'inizio: il Fmi ha scritto nel suo Outlook semestrale che il Paese crescerà solo dello 0,3% nel 2023 e che il picco dell'inflazione che "deve ancora arrivare". Dai dati dell'Office for National Statistics, che segnalano un calo della produzione del settore manifatturiero e delle costruzioni, si può dedurre che il Regno Unito sia già in recessione: nel complesso, il prodotto interno lordo in agosto è sceso dello 0,3% rispetto a luglio e lo stesso calo è stato registrato su base trimestrale.