Governo, le imprese temono l'esecutivo della stangata

Aumentano i dubbi sulle future misure giallo-rosse. "Basta stop sulla Gronda di Genova"

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio (Ansa)

Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 23 agosto 2019 - La nascita di un governo giallo-rosso, spostato a sinistra sul versante delle politiche economiche, non preoccupa solo imprese e famiglie per i rischi di nuove stangate fiscali su casa e attività imprenditoriali. "Un esecutivo fortemente sbilanciato a sinistra – attacca Silvio Berlusconi – sarebbe pericoloso per le imprese e per le garanzie di libertà dei cittadini" col rischio che, "di fronte alle difficoltà, ricorra a una patrimoniale che comprometterebbe le prospettive di crescita".    Ma anche Confindustria è in allarme, per il caso dello stop da parte del Ministero delle Infrastrutture della cosiddetta Gronda di Genova, l’opera autostradale in progetto da anni. Ieri, il ministro Danilo Toninelli, sul filo di lana della crisi di governo, ha pubblicato l’analisi costi-benefici per la bretella ligure, chiedendone robuste modifiche ("Si farà, ma diversa", è la sintesi) e riaprendo così lo scontro con la società Autostrade e la Regione Liguria. Per l’associazione guidata da Vincenzo Boccia, "in un momento così delicato per il Paese, il tentativo di compromettere un progetto come la Gronda, strategico e vitale per Genova e l’Italia, appare irresponsabile". Non basta. Al di là del caso specifico, "di tutto abbiamo bisogno tranne che di creare nuovi alibi per impedire o ritardare la realizzazione di infrastrutture fondamentali". Insomma, si tratta di "un brutto segnale", chiude Boccia.    Prendendo in esame i 5 punti programmatici del Pd e i 10 di Luigi Di Maio, dunque, da parte delle imprese si fa strada il timore che ci possano essere drastici cambi di rotta che incidano negativamente sulla competitività del sistema e sulla realizzazione delle grandi opere. Da un lato, infatti, l’insistenza sulle politiche redistributive lascia aperta la strada a interventi di inasprimento fiscale (sotto forma di balzelli e simil-patrimoniali), come il ritorno dell’Imu sulla prima casa. Dall’altro, il nodo delle infrastrutture, ma non solo, rischia di tornare a essere terreno di scontro anche nell’eventuale nuova maggioranza.    Se, sulla Gronda, il Pd genovese difende il progetto e chiede al segretario Zingaretti, di fare un accordo non negoziabile sulla realizzazione dell’opera che i grillini ostacolano, sull’Ilva il decreto legge con le misure che interessano i vertici di Arcelor Mittal, approvato ad agosto e bloccato dalla crisi estiva, è solo l’ultima mossa di una partita che ha visto dai lati opposti della scacchiera dem e M5s.   

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