Mercoledì 24 Aprile 2024

Governo ottimista sul rimbalzone: "Pil verso +5%"

Il ministro Franco: ripresa più forte del previsto "Ma nel 2020 avevamo perso il 9 per cento"

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di Antonio Troise

Arriva anche il "bollino" del ministro dell’Economia, Daniele Franco: quest’anno, le stime di crescita del Pil italiano saranno riviste al rialzo. Il Def aveva fissato l’asticella al +4,5%. Già nei giorni scorsi l’Istat aveva portato la stima al +4,7%, anche sulla scia di un primo trimestre che, un po’ a sorpresa, aveva centrato l’obiettivo di un segno positivo. Ieri, Franco ha parlato di un aumento del Pil del 5%. Ma ha anche voluto spegnere sul nascere i facili entusiasmi.

In primo luogo, spiega il ministro, perché si tratta di un "rimbalzo", una situazione da "tenere bene a mente". E poi perché bisogna sempre considerare il punto di partenza, ovvero una perdita del Pil del 9%. E, soprattutto, l’andamento del deficit che, a fine anno, sfiorerà il 10% del Pil. Dunque, prudenza.

Ad ascoltare Franco, nella cerimonia di inaugurazione della Casa dell’Anticontraffazione, c’è anche il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che si mostra più ottimista, avendo sotto mani i dati che arrivano dal fronte della manifattura. "Sono fiducioso", dice. A, patto, però, che la lotta contro il Covid prosegua senza intoppi: "La condizione fondamentale sono i vaccini, se funzionano quelli, tutto il resto va de plano". "Avremo comparti che faranno più fatica rispetto ad altri – non nasconde Giorgetti –. Proprio per questo dobbiamo trovare meccanismi che permettano di affrontare i problemi del mercato del lavoro. Se funzionasse in modo fluido, il problema dei licenziamenti andrebbe in secondo piano".

Sul fronte della crescita avranno sicuramente un impatto gli oltre 200 miliardi previsti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Ieri sono arrivati i primi via libera dall’Ue ai piani di Portogallo e Spagna, l’Italia dovrebbe avere l’ok martedì prossimo. Questi fondi saranno determinanti "nello sforzo di rendere più dinamico il sistema produttivo italiano. Ma la ripresa – ha aggiunto Franco – richiede che la competitività non sia indebolita da forme di concorrenza sleale o da fenomeni distorsivi". Il riferimento è al fenomeno della contraffazione: "Il commercio mondiale di prodotti che violano marchi registrati Made in Italy avrebbe raggiunto i 34 miliardi, il 4% delle vendite totali del manifatturiero italiano, un dato che copre quasi il 25% dell’intero mercato dei prodotti contraffatti europei".

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