Governo in stallo, ecco i dossier fermi. E il reddito garantito è un flop

La misura simbolo dei grillini presa di mira dai renziani. Anche la Corte dei conti all’attacco: solo il 2 per cento ha trovato lavoro

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Parte del Pd e i renziani da tempo rivendicano l’esigenza di mettere mano ‘anche’ a due dossier scottanti derivanti dal precedente governo giallo-verde: il Reddito di cittadinanza e Quota 100. E, ieri, a dar man forte a chi vuole cambiare radicalmente l’anticipo pensionistico e il sussidio contro la povertà provvede la Corte dei Conti. Da un lato, i magistrati contabili certificano il fallimento del Reddito di cittadinanza di marca grillina come misura-ponte verso il lavoro: a fronte di una spesa di circa 3,8 miliardi di euro per oltre un milione di percettori solo il 2 per cento degli stessi ha trovato un lavoro attraverso i centri per l’impiego pubblici e, con tutta probabilità, sono molti di meno quelli che lo hanno ottenuto attraverso i cosiddetti navigator, diventati operativi nell’autunno dello scorso anno, ma ancora a casa in smart working.

Dall’altro, sottolineano come Quota 100 abbia prodotto risultati al di sotto degli obiettivi del provvedimento, avente anche finalità di ricambio generazionale della forza lavoro. E così non solo dell’opposizione (soprattutto Forza Italia), ma anche i renziani (e parte del Pd) tornano alla carica delle due misure-simbolo della stagione giallo-verde. "Disperse risorse che avrebbero dovuto servire ai cittadini per formarsi", attacca Camillo D’Alessandro, capogruppo di Italia viva in Commissione lavoro alla Camera. Sotto accusa, principalmente, è tutta la gestione dell’Anpal, l’Agenzia pubblica guidata dal grillino Domenico Parisi, l’inventore dei navigator e di un’app che non è mai diventata operativa.

di CLAUDIA MARIN

I DOSSIER SUL TAVOLO DEL GOVERNO

Schede a cura di ANTONIO TROISE

Fisco

Il cantiere è di fatto già aperto. Ma anche in questo caso non c’è ancora piena sintonia nella maggioranza. Da una parte il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che punta ad una riduzione dell’Iva per rilanciare i consumi, sia pure collegata agli incentivi sull’uso dei pagamenti elettronici. Dall’altra parte, ci sono il Mef e il Pd, che si dicono favorevoli soprattutto ad un calo delle tasse da concentrare sul costo del lavoro sulle imprese

Alitalia

Per ora c’è solo il perimetro, ovvero la costituzione della Newco, con un capitale da 3 miliardi di euro, che dovrà nascere sulle ceneri della compagnia di bandiera. Non c’è accordo, nelle forze di maggioranza, né su chi dovrà guidare la società né sul partner industriale che entrerà nella nuova compagine. Il Movimento cinque stelle sarebbe orientato sul piano presentato dalla compagnia tedesca Lufthansa. Ma i giochi restano ancora aperti e tutto sembra essere ancora in gioco per quanto riguarda il futuro della nostra compagnia di bandiera.

Autostrade

Entro il 30 giugno prossimo il governo dovrà decidere se rinnovare o meno la concessione al gruppo Atlantia. L’eventuale revoca costerebbe allo Stato circa 23 miliardi di penali. Ma la battaglia legale è tutta da giocare. Mentre nel quartier generale di Autostrade si spera ancora di trovare un compromesso sul filo di lana e ieri il titolo è volato in Borsa sui rumors di un’intesa. Restano però da superare le ostilità dei grillini, contrari al rinnovo della concessione.

Ilva

Sul fronte delle grandi crisi industriali, la partita più grossa è quella con Arcelor Mittal. La posta in gioco è il futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto, il più grande d’Europa. Scontato l’ingresso dello Stato nel capitale della società. Ma resta tutto da sciogliere il nodo degli esuberi e degli interventi anti-inquinamento. Temi sui quali la trattativa con il colosso franco-indiano non si presenta per nulla facile.

Contratti a termine

Non si sono ancora spente le polemiche sui ritardi dell’Inps nell’erogazione degli assegni per gli aventi diritto. Nei prossimi giorni l’esecutivo dovrà decidere su una nuova proroga. Ma dovrà anche sciogliere il nodo dei contratti a tempo determinato. Attualmente la norma del decreto dignità che impedisce il rinnovo senza causali è sospesa. Il Pd vorrebbe prolungare il blocco, per evitare una nuova valanga di licenziamenti. Ma i Cinquestelle frenano.

Mes e Recovery Fund

In attesa che si sblocchino i 750 miliardi di euro del recovery fund nel piano che l’Europa sta cercando di portare a termine in mezzo ad alcune difficoltà, per ora ci sono solo i 37 miliardi messi in campo dal Mes, il fondo salva Stati per le spese sanitarie. Soldi che confluirebbero nelle casse dell’Italia senza alcuna condizione. Il Partito democratico ha già fatto scattare il suo disco verde. Ma buona parte dei Cinquestelle continua ad essere schierato per il no. E, il voto in Aula, entro luglio, potrebbe essere una mina per il governo.

Giustizia

Dopo il caso delle intercettazioni del giudice Luca Palamara e il richiamo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il tema della giustizia è diventato di nuovo un tema prioritario. Sul tavolo soprattutto la riforma del Consiglio superiore della magistratura in chiave anti-correnti. Ma il Guardasigilli, il grillino Alfonso Bonafede, ha già messo le mani avanti: servirà secondo lui almeno un anno.

 

 

 

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