di Elena Comelli
Google è di nuovo nel mirino della Commissione europea, che ha aperto un’inchiesta formale per verificare se il colosso di Mountain View abbia violato le norme europee sulla concorrenza, favorendo i propri servizi di tecnologia pubblicitaria online a danno di fornitori concorrenti, inserzionisti ed editori. Sotto tiro è anche la sua piattaforma video YouTube, che secondo la Corte Ue viola il diritto d’autore quando non si limita a mettere a disposizione la piattaforma, ma contribuisce a dare accesso al pubblico ai contenuti protetti da tale diritto.
Chiamata a pronunciarsi sulla responsabilità di YouTube e Cyando per opere protette dal diritto d’autore messe in rete in modo illecito dai loro utenti, la Corte ha detto che i gestori possono beneficiare dell’esonero da questa responsabilità solo "a condizione che non svolgano un ruolo attivo idoneo a conferire loro una conoscenza o un controllo dei contenuti caricati sulla loro piattaforma". Una bella mazzata per YouTube, su cui girano indisturbati migliaia di film riprodotti in maniera illegale. Per quanto riguarda Google, l’indagine Ue servirà a capire se il principe dei motori di ricerca distorce la competizione, restringendo l’accesso di terze parti ai dati degli utenti per finalità pubblicitarie su siti e app, riservandoli per il proprio utilizzo. "Google raccoglie i dati usati per indirizzare le pubblicità, vende spazi pubblicitari e agisce anche come intermediario, quindi è presente a tutti i livelli della filiera delle inserzioni online", osserva Margrethe Vestager, commissaria europea per la concorrenza, che ha espresso preoccupazione sul fatto che Google possa aver reso più difficile ai concorrenti la possibilità di inserirsi nella filiera.
Il business della pubblicità online è di gran lunga il più importante per Google e quella appena annunciata dalla Commissione europea è la più grande inchiesta avviata finora sul tema. Nel 2020 l’azienda ha fatto registrare a livello globale entrate pari a circa 147 miliardi di dollari grazie ai suoi servizi collegati alla pubblicità online, per esempio AdX, una delle principali piattaforme per le aste online della pubblicità, e DoubleClick for Publishers, uno dei principali sistemi di vendita della pubblicità.
L’annuncio della nuova indagine dell’Unione europea arriva dopo che circa due settimane fa l’Antitrust francese aveva multato Mountain View per 220 milioni di euro per aver abusato della sua posizione dominante proprio nel settore della pubblicità online.
Google ha fatto sapere con un comunicato stampa che "continuerà a confrontarsi in modo costruttivo con la Commissione Europea per rispondere alle richieste di chiarimento e dimostrare i benefici che i nostri prodotti portano alle aziende e ai consumatori europei".
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