Venerdì 16 Maggio 2025
MADDALENA DE FRANCHIS
Economia

Il Giro d'Italia vale oro. L’incredibile business della Corsa Rosa

Uno studio economico condotti da Banca Ifis attesta che nel 2023 la manifestazione ha generato affari per 2 miliardi di euro. Dalle aziende di settore al turismo: chi ne beneficia

Pogacar in maglia Rosa taglia il traguardo di una tappa del Giro d'Italia

Pogacar in maglia Rosa taglia il traguardo di una tappa del Giro d'Italia

Milano, 8 maggio 2025 – L’edizione numero 108 del Giro d’Italia è ormai ai nastri di partenza: il 9 maggio, infatti, si correrà la prima delle tre tappe in terra albanese, la Durazzo-Tirana (160 km). È la prima volta che l’Albania ospita la cosiddetta ‘Grande partenza’ della corsa rosa: il fermento è grande, sull’altra sponda dell’Adriatico, per i 700 milioni di spettatori in 200 Paesi che, secondo le stime di Rcs MediaGroup, guarderanno l’evento in tv, grazie alla copertura garantita dai media internazionali. La diffusione capillare è solo l’ulteriore conferma del valore globale del Giro d’Italia, manifestazione sportiva che – al pari di iniziative come l’Olimpiade invernale Milano Cortina 2026 e la ‘Grand Depart’ italiana del Tour de France 2024 – ha un impatto positivo notevole sulle economie dei territori e, di conseguenza, su quella del Paese.

Lo studio di Banca Ifis

Nel 2023, Banca Ifis ha realizzato il primo – e finora unico – studio scientifico che stima l’impatto economico del Giro d’Italia e individua comportamenti, attitudini e identikit degli spettatori e dei turisti sui territori interessati dalle varie tappe. L’edizione 2023 del Giro ha generato un valore pari a 2 miliardi di euro, dimostrando la sua forza attrattiva e producendo valore economico per i territori che lo hanno accolto. La corsa rosa ha, in effetti, un’elevata attrattività: l’edizione 2023 ha accolto dal vivo 2,1 milioni di spettatori, per un totale di 5 milioni di presenze. Il potere attrattivo dei paesaggi italiani, unito al fascino della manifestazione, è un autentico volano per il turismo: 1,8 milioni di spettatori hanno seguito il Giro tramite i media e intendono visitare i luoghi che li hanno affascinati.

Il profilo dell’appassionato-tipo 

Conoscere il profilo dell’appassionato e le attività che sceglie di svolgere quando visita una tappa ‘dal vivo’ è strategica per programmare un’offerta di servizi turistici adeguata. In primo luogo, il Giro può fare affidamento su uno zoccolo duro di appassionati: il 59% di chi l’ha seguito dal vivo nell’edizione 2023 lo aveva già fatto in passato ma, al contempo, il Giro ha una sua capacità di rinnovamento, considerando che, per il 41% degli spettatori, quella del 2023 è stata la prima edizione vissuta sul territorio. L’appassionato della corsa rosa cerca di viverla il più a lungo possibile: il 27% dei partecipanti si concede un vero e proprio tour, con una media di 6 tappe seguite pro capite. Ci si trova di fronte a un viaggiatore che ha una molteplicità di interessi, svolge attività e cerca esperienze differenti, sulle quali primeggiano quelle di natura culturale e di svago. La percentuale di spettatori che pratica attività cresce anche in base alla disponibilità di esperienze che le tappe sanno offrire: se la media, tra i vari cluster di tappa, di chi fa attività extra rispetto alla manifestazione, è del 21%, questa sale addirittura al 39% nelle tappe cosiddette “iconiche”. L’analisi delle preferenze e delle scelte di acquisto degli spettatori e dei turisti nel territorio del Giro 2023 è stata una prima conferma del modello economico del ‘turismo esperienziale’, sviluppato da Banca Ifis in occasione del 30esimo anniversario di Federturismo Confindustria.

L’altro giro: storie di filiera

Vi è infine un “altro Giro”, che non si corre tra le strade e non si declina nell’offerta turistica, ma è rappresentato dalla filiera di produttori di bici e componentistica italiana. Una filiera d’eccellenza che sa fare scuola nel mondo: il 77% dei team che ha preso parte all’ultima edizione dell’evento ha scelto biciclette o componentistica ‘made in Italy’. Quella nostrana è infatti una tradizione di valore che conquista sia i Paesi storicamente legati alle due ruote, come Francia, Olanda, Belgio, sia Paesi “nuovi” alle corse ciclistiche, come il Kazakistan e gli Emirati Arabi: la qualità produttiva italiana è ampiamente riconosciuta nel mondo. Lo studio evidenzia che il fatturato delle imprese produttrici e fornitrici delle squadre che hanno partecipato al Giro 2023 è cresciuto del 71% nel 2022. Nello stesso periodo, l’utile ha registrato un incremento del 52%. Questi numeri dimostrano come produrre biciclette da corsa e relativi componenti sia un potente volano di crescita, grazie all’elevato posizionamento di mercato. Lombardia e Veneto si contendono il primato nella produzione di mezzi e componenti adottati dagli agonisti nella kermesse 2023.