Martedì 23 Aprile 2024

«Giochiamo di squadra per rinforzare il comparto»

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«L’unione fa la forza» per migliorare la filiera e contrastare la concorrenza sul mercato internazionale. È la filosofia dell’Oi-Gran suino italiano, organizzazione interprofessionale che rappresenta il 36,52% della produzione dell’Emilia-Romagna, per un totale di 797.228 capi, circa, commercializzati. L’idea nasce dalla volontà di alcuni soggetti economici di consolidare i rapporti maturati in un progetto di filiera promosso dalla Regione, all’interno del Piano di sviluppo rurale 2007-13, volto ad accrescere la competitività delle imprese, attraverso l’integrazione tra i soggetti operanti nelle diverse filiere. Un progetto che ha comportato la stesura di un accordo tra le parti che, sotto l’egida di Agrifarm, ente organizzatore della ricerca, si sono impegnate a operare in sinergia per raggiungere obiettivi di crescita e sviluppo.

L’organizzazione riunisce 91 aziende agricole, 5 macelli con 13 strutture e 27 industrie trasformatrici (24 prosciuttifici e 14 salumifici). «La nostra – spiega il presidente dell‘Oi, Guido Zama, 56 anni –, è un’organizzazione che associa allevatori, macellatori e trasformatori. Il nostro obiettivo era quello di affiancare le imprese del settore suino e far sì che un mondo da sempre diviso fosse, invece, compatto: è stato difficilissimo ma, con i progetti di filiera e ricerca, abbiamo tenuto il sistema unito».

Tre progetti dell’Oi Gran Suino italiano sono stati finanziati con il bando della Regione Emilia- Romagna rivolto ai Goi-Gruppi operativi per l’innovazione, con fondi del Psr 2014-20. Con questi progetti, continua il percorso intrapreso dall’Oi di mettere a disposizione della filiera e degli allevamenti un background di supporti tecnici, conoscenze e ricerche sulla riduzione degli antibiotici e sul benessere dell’animale, focalizzandosi – in collaborazione con Crpa e Università Cattolica di Piacenza –, sul miglioramento della gestione economica delle imprese della filiera suinicola, partendo dagli allevamenti e dai costi di produzione. Il secondo progetto mira a costruire un nuovo modello di accordo, all’interno della filiera, finalizzato a riconoscere economicamente la qualità del prodotto, in raccordo con Assica (Associazione industriale delle carni e dei salumi). Il terzo intende creare, con l’Università di Bologna, una rete di supporto e consulenza per aiutare gli allevatori nel migliorare le tecniche di gestione del benessere animale.

L’Oi è sbarcato anche in Ue, con ‘Eu Pig’, progetto quadriennale finanziato dal programma Horizon 2020 (www.eupig.eu). È un network di 19 organizzazioni provenienti da 13 Stati membri. L’Italia è rappresentata unicamente dall’Oi, in collaborazione con il Crpa. Il network riunisce allevatori di suini, ricercatori e consulenti economici. L’obiettivo è aumentare la competitività dell’industria suinicola. In tre anni di lavoro, le scoperte degli enti di ricerca sono diventate patrimonio comune e si è creato uno scambio di conoscenze ed esperienze. ‘Eu Pig’ ha raccolto e presentato ai produttori europei circa 300 buone pratiche su welfare e gestione del benessere dei suini, ma anche su come ottimizzare la produzione. L’Oi e il Crpa ne hanno presentate 60. Mercoledì 23 ottobre, a Cremona Fiere, alle 9.30, si terrà l’evento dal titolo ‘Eupig: la rete tematica europea per l’innovazione in suinicoltura’, per far conoscere il progetto. «L’obiettivo – spiega Zama – è facilitare la diffusione in Europa delle migliori pratiche e tecniche di suinocultura. All’interno del progetto ci sono i principali gruppi e sistemi di ricerca europea. Si è lavorato molto soprattutto sul tema dell’alimentazione, del benessere e delle tecniche di gestione degli allevamenti. La nostra associazione – sottolinea ancora Zama – ha lo scopo ambizioso di trasformare una filiera frammentata, in consorzi e mondi chiusi, in un sistema coeso, per affrontare meglio il mercato internazionale. Sennò rischiamo che gli altri Paesi, più organizzati e uniti, portino via spazi commerciali e operativi all’Italia. Il Paese ha grandi brand, ma il mercato si domina con azioni forti e coese».

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