Sabato 20 Aprile 2024

Gestione separata Inps: quanto si paga nel 2023

L'aliquota varia a seconda del tipo di lavoratore. In ogni caso c’è un tetto ai compensi

Roma, 4 marzo 2023 - Uno dei capitoli centrali della contribuzione è quello che riguarda direttamente gli iscritti alla Gestione separata dell’Inps, che sono cresciuti in modo esponenziale dalla sua istituzione nel 1995. Ci riferiamo alla vasta platea dei lavoratori parasubordinati, collaboratori, professionisti con partita Iva e così via. Ebbene, diciamo subito che la cassa, quando è nata, fu ribattezzata anche gestione del "10%" perché era questa l’aliquota allora fissata. Da quel momento la percentuale - che ovviamente si applica sui compensi percepiti - è cambiata in vario e diverso modo, differenziandosi a seconda di diverse variabili. Vi è stato un incremento progressivo nei prossimi anni in maniera tale da raggiungere i livelli attuali. 

Una sede dell'Inps (Foto Demarco)
Una sede dell'Inps (Foto Demarco)

La situazione oggi si presenta così configurata: 

1) Collaboratori e figure assimilate: per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL l’aliquota è del 35,03% per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL l’aliquota è del 33,72% per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria l’aliquota è del 24%.  

2) Professionisti: per i soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie l’aliquota è del 26,23%, per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria l’aliquota è del 24%. 

Il contributo, in generale, grava per 2/3 sul committente e per un terzo sui lavoratori collaboratori, ma tocca sempre al committente provvedere al versamento per l’intero ammontare, salvo trattenere la quota al momento del pagamento del corrispettivo. La ripartizione è differente nell’ipotesi associazione in partecipazione (che è un particolare tipo di contratto di lavoro a metà tra la dipendenza e la partecipazione come socio di una società): il 55% del contributo è a carico dell’associante, il 45% dell’associato.

Se si è professionisti con partita Iva, invece, si paga interamente il contributo (sui redditi guadagnati) ma si può scontarlo in parte (per il 4%) al momento in cui si emette la fattura al cliente per il lavoro svolto. In ogni caso anche per tutti gli iscritti alla gestione separata c’è un tetto ai compensi sui quali si applica l’aliquota: è sempre di 96.149 euro per il 2012. Ma perché si possa contare su contributi versati per un intero anno, occorre che siano almeno pari a quelli previsti come contributo minimo per i commercianti sulla base del corrispondente reddito minimo stabilito per i commercianti. In caso contrario il periodo coperto è proporzionalmente ridotto. 

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