Gas: Germania dice no al price cap, ma lancia scudo da 200 miliardi. Frecciata di Draghi

Con l'inflazione record e il Nord Stream distrutto, Berlino corre ai ripari. Ma il premier italiano raccomanda un'Ue unita e compatta di fronte all'emergenza. Meloni: "Serve una risposta a livello europeo"

Berlino, 29 settembre 2022 - Inflazione record al 10% in Germania: è il livello più alto dai primi anni Cinquanta. Ci sono poi i prezzi del gas che esplono e le falle nelle condutture del Nord Stream, nel Mar Baltico. A sottolineare l'emergenza, le parole del ministro alle Finanze tedesco, Christian Lindner: "Ci troviamo nel pieno di una guerra dell'energia, sono in gioco benessere e libertà".

Emergenza che il governo federale guidato da Olaf Scholz ha deciso di contrastare con uno "scudo" di ben 200 miliardi di euro. Per avere contezza delle proporzioni, stiamo parlando di un pacchetto d'aiuto - volto a frenare l'aumento drastico del prezzo del gas - delle dimensioni del Recovery fund. "Una chiarissima risposta a Putin", insiste da parte sua il titolare alle Finanze, secondo il quale "il rischio è che vengano distrutte molte delle conquiste che nei decenni sono state costruire: non lo possiamo accettare e ci difenderemo". Collegato in video in quanto ancora in isolamento avendo contratto il Covid pochi giorni fa (ma all'odierno test è già risultato negativo) ad una conferenza stampa annunciata a sorpresa, anche il cancelliere ha scelto parole nette: "I prezzi devono calare e caleranno" per aiutare i cittadini e le imprese ad affrontare "questa immensa sfida". Per protegge il Paese dagli effetti della guerra in Ucraina, così Scholz, "apriamo un grande ombrello che permetta a tutti, i cittadini, i lavoratori e anche le imprese, di affrontare l'aumento dei prezzi del gas. Questo ombrello che farà da freno al prezzo del gas sarà finanziato con un fondo per la stabilizzazione economico pari a 200 miliardi di euro".

Un pacchetto di misure che sarà attivo "quest'anno e anche oltre il prossimo anno". "Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico  - ha detto anche il cancelliere - sappiamo che presto cesserà del tutto l'approvvigionamento di gas alla Germania. Ma noi ci siamo preparati. Siamo pronti. Importiamo gas da altri Paesi, utilizziamo le capacità di tanti porti all'est e al nord, i nostri stoccaggi ad oggi sono pieni al 90%. Le centrali di carbone continuano a funzionare, mentre due delle ultime tre centrali nucleari continuano a rimanere ad essere collegate fino ad aprile 2023".

Mario Draghi e Olaf Scholz (Ansa)
Mario Draghi e Olaf Scholz (Ansa)

Draghi

Le affermazioni odierne di Mario Draghi suonano implicitamente come una frecciata ai tedeschi. Il premier italiano ha dichiarato che "la crisi energetica richiede da parte dell'Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l'Europa di fronte all'emergenza". Facile prevedere che i 200 miliardi stanziati da Berlino abbiano un impatto distorsivo sui mercati. Difficile pensare che Draghi non si riferisse allo scudo tedesco. Quindi l'ex presidente della Bce lancia un appello: "Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali. Nei prossimi Consigli Europei dobbiamo mostrarci compatti, determinati, solidali - proprio come lo siamo stati nel sostenere l'Ucraina", aggiunge il premier.

Tra l'altro, al momento non passa l'idea di un price cap generalizzato chiesto dall'Italia e alla fine anche dalla Francia. Proprio la Germania e altri undici stati sono contrari, in quanto temono nuovi choc delle forniture. Berlino, quindi, dice no alla soluzione europea, ma vara una manovra da 200 miliardi, come misura di emergenza per risolvere i problemi interni. Il rischio è che, alla fine, ognuno decida per sé e che tutti gli sforzi di unione portati avanti finora per affrontare la crisi naufraghino.

Meloni

"Di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo a tutela di imprese e famiglie", ha detto in una nota la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Nessuno Stato membro - argomenta Meloni - può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario. Per questo l'auspicio è che nel Consiglio Europeo sull'energia di domani, prevalgano buon senso e tempestività. Su questo tema di vitale importanza per l'Italia confido nella compattezza di tutte le forze politiche".

Giorgia Meloni (Ansa)
Giorgia Meloni (Ansa)