Le misure del governo sono per ora solo sulla carta e la patente a crediti per le imprese, legata alla sicurezza sul lavoro, partirà solo a ottobre. I morti sul lavoro, però, non attendono le leggi e le nuove norme. E così solo a gennaio gli incidenti con esito mortale sono stati 45 – fanno sapere dall’Inail – il 4,7% in più rispetto all’anno precedente. Ma in due mesi il numero dei decessi potrebbe salire a 120. Dunque, la strage silenziosa sul lavoro segna ancora numeri in crescita, nonostante gli allarmi e le denunce di questi mesi e delle ultime settimane, dopo la tragedia di Firenze. E questa volta sono le donne segnare l’aumento maggiore: secondo l’istituto sono 40 (stabili) i decessi maschili, mentre le donne sono 5 (2 in più sull’anno precedente).
Gli infortuni nel complesso sono stati a gennaio 42.166 con un +6,8% rispetto al gennaio 2023. A febbraio il conto delle vittime sale, e alcuni osservatori, in mancanza ancora di dati ufficiali, parlano già di oltre 120 vittime in due mesi. Questi osservatori si basano sulle notizie di stampa e includono quindi anche casi che potrebbero per l’Inail non essere correlati al lavoro. Ma bisogna ricordare anche che l’Inail non calcola infortuni di molte categorie (come ad esempio forze dell’ordine, medici di famiglia e insegnanti degli asili comunali) che quindi sono escluse dal conteggio.
L’anno scorso l’Inail ha contato 1.041 denunce di incidenti mortali, quasi tre al giorno, nonostante il calo del 4,5% rispetto a un anno prima. L’argomento è sotto i riflettori: il governo ha già varato un pacchetto di norme che però ha convinto poco i sindacati (soprattutto Cgil e Uil) nella parte che riguarda l’introduzione di una patente a punti per le aziende. Punti che chiaramente vengono scalati in occasione di incidenti mortali.
Ma sulle misure il ministro Marina Calderone ha rivendicato che soprattutto la patente a punti era attesa da 16 anni e che arriveranno anche le sanzioni penali sulla manodopera illecita. "Guardando alle serie storiche – ha detto Calderone, che ha segnalato anche l’aumento degli occupati nell’ultimo anno – le denunce di infortunio risultano in riduzione nel 2023, con un calo del 16% rispetto all’anno precedente. Teniamo alta l’attenzione mentre proseguiamo, senza risparmiarci, nelle attività utili per migliorare l’efficacia di norme e prassi".
Parole che vedono la dura reazione dei sindacati. Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, accusa: "Le decisioni del governo sulla patente a crediti non sono assolutamente in linea con quanto avevamo chiesto e i morti, intanto, continuano ad aumentare". Mentre per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, quello dell’Inail è "l’ennesimo allarmante segnale di fronte al quale il Paese deve reagire unito. Serve un grande risveglio nazionale, che non ammette bandierine identitarie. La Cisl è impegnata per questo in una mobilitazione da Sud a Nord, con assemblee nei luoghi di lavoro e iniziative sui territori".
Dai costruttori arriva, nel frattempo, un nuovo intervento: "Abbiamo chiesto più controlli, ma anche più ispettori e che questi, come accade in altri Paesi d’Europa, abbiano inizialmente almeno una attività consulenziale, e dunque accompagnino l’impresa nella cultura della sicurezza", ha spiegato Federica Brancaccio, presidente nazionale dell’Ance. Ispettori che, come emerge dal decreto Pnrr, saranno aumentati di 766 unità. Una buona notizia anche se è noto che in Italia i controlli dell’Istituto nazionale del Lavoro sono sì in aumento ma sempre esigui.