Finlandia, Russia: stop del gas una bufala. Monito dell'Austria a Gazprom

Prezzi in calo ad Amsterdam. Risale il flusso dall'Ucraina, il gas arriva da un nuovo ingresso

Roma, 13 maggio 2022 - Putin stringe i rubinetti del gas russo verso l'Europa. E l'Europa non sta a guardare, nonostante il Cremlino definisca oggi una "bufala" le notizie sul presunto stop al metano verso la Finlandia. L'Austria è pronta a confiscare l'impianto di stoccaggio di Gazprom a Salisburgo, il più grande del Paese e il secondo dell'Europa centrale, qualora il colosso russo non dovesse riempirlo. Al momento il deposito sarebbe vuoto. In un'intervista alla Kronen Zeitung, citata da Ukrainska Pravda e ripresa da European Truth, il cancelliere austriaco Karl Nehammer è stato chiaro: "Ci assicureremo che se la Gazprom russa non riempirà il nostro più grande deposito, glielo prenderemo e lo consegneremo ad altri fornitori", ha affermato. Le parole del cancelliere giungono dopo che i media russi avevano riferito di una disponibilità di Vienna a pagare il  gas in rubli. Notiza smentita dal cancelliere.  L'Austria, a quanto si apprende, non sarebbe ancora pronta per un taglio dell'oro blu da Mosca.

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Impianto di gas a Varsavia, in Polonia (Ansa)
Impianto di gas a Varsavia, in Polonia (Ansa)

Sommario

Riparte il flusso, prezzi in calo

Rimbalzino all'ingiù dei prezzi del gas sul mercato di Amsterdam, dopo gli aumenti di 24 ore fa. All'hub olandese di riferimento, il Ttf, il contratto è scambiato a 104,50 euro per megawattora (-2,06%). Il prezzo resta comunque sopra i 100 euro.  

Il calo del gas potrebbe essere dovuto anche alla risalita dei flussi attraverso l'Ucraina. Sono aumentati a 61,97 milioni di metri cubi, rispetto ai 50,6 milioni  di metri cubi di ieri i volumi di gas russo che passano attraverso il Paese nel conflitto. Si tratta di circa il 20% in più in 24 ore. La fornitura passa attraverso la stazione di compressione di Sudzha dopo lo stop del punto di ingresso di Sokhranivka, spiega Gazprom secondo riporta Bloomberg.

La guerra del gas

La notizia di Finlandia e Svezia a brevissimo nella Nato ha innescato la reazione di Putin. Che si è tradotta nella decisione di Gazprom di bloccare il gasdotto Yamal, tagliando così l'export di oro blu attraverso la Polonia all'Europa. Secondo le indiscrezioni trapelate ieri, già oggi sarebbe potuto arrivare lo stop alle forniture a Helsinki.  Ma stamattina il Cremlino ha smentito le voci di una eventuale interruzione, bollandole come "un'altra bufala".

Ma la ritorsione energetica è nell'aria, in attesa che Bruxelles approvi il sesto pacchetto di sanzioni che contiene lo stop graduale del petrolio russo. Già lo scorso 26 aprile Mosca aveva bloccato l'export a Polonia e Bulgaria perché contrarie al pagamento del metano in rubli. Dal canto suo Bruxelles sta mettendo a punto un pacchetto di contromisure di emergenza in caso di interruzione della fornitura russa. 

Gasdotto Yamal Europe

Mosca ha quindi deciso di innescare le sanzioni partendo dal gasdotto Yamal-Europe che trasporta circa 33 miliardi di metri cubi di  gas (un sesto delle esportazioni russe all'Europa) dai giacimenti nella penisola russa di Yamal e nella Siberia occidentale attraverso la Bielorussia e la Polonia fino alla Germania. In risposta alle sanzioni occidentali, mercoledì la Russia ha annunciato sanzioni nei confronti di piu' di 30 società energetiche, tra cui la polacca EuRoPol GAZ, proprietaria della parte polacca del gasdotto Yamal-Europe.

Il gas attraverso l'Ucraina

L'interruzione in Polonia si aggiunge allo stop di martedì del gas russo che arriva in Europa attraverso l'Ucraina. Un blocco causato, a detta del gestore della rete di gas naturale ucraino Gtosu, dak fatto che "le forze di occupazione interrompono le operazioni". Gtosu ha detto che non potrà più accettare il transito di gas russo attraverso Sokhranivka da cui passa quasi un terzo del metano che dalla Russia attraversa l'Ucraina per poi giungere in Europa.

E i numeri sono impressionanti: ieri i flussi sono diminuiti di quasi un terzo rispetto a mercoledì, quando erano già calati del 20% in 24 ore. Di conseguenza, il flusso di gas russo attraverso l'Ucraina verso la Germania è diminuito di circa il 40% in due giorni. I rubinetti si stanno chiudendo, insomma.  

La tensione scorre a suon di annunci. Kiev dice di non poter più garantire le consegne via Sokhranivka, nella regione di Lugansk e ha chiesto a Gazprom di aumentare i volumi in un altro sito, Sudzha. Mosca prima ha sostenuto che il transito poteva perfettamente avvenire via Sokhranivka, dicendo che era impossibile reindirizzare il flusso verso Sudzha. Poi, stamattina, è giunta notizia che il volume di gas in transito è aumentato proprio da quella via. 

La Germania

Nel frattempo, è sempre più teso lo scontro tra Germania e Russia sul tema energia. Il ministro tedesco ha accusato Mosca di usare l'energia "come un'arma". Le sanzioni russe hanno colpito molte società energetiche occidentali, la maggior parte delle quali appartiene a Gazprom Germania, la filiale tedesca del colosso russo del gas. Berlino ha posto la società sotto il suo controllo a causa dell'importanza strategica.

L'Unione europea

In questo contesto, l'Europa non arretra. L'Ue ha ribadito che il pagamento in rubli viola le sanzioni. Bruxelles ha ben chiara le difficoltà de singoli Paesi nel dover rinunciare all'oro blu di Mosca.  "Continueremo a dialogare con gli Stati membri per spiegare la situazione e le linee guida", ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie. ''Ci vuole un accordo e un impeto politico'' per ''liberarci dalla dipendenza del gas russo'', ha detto stamane il capo della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell.