Gas russo, perché Eni apre 2 conti K (uno in rubli). Ma in euro il pagamento a Gazprom

Il gruppo: "Procedura concordata con le istituzioni italiane". L'ipotesi di un futuro arbitrato internazionale

Roma, 17 maggio 2022 - Guerra in Ucraina e crisi del gas. Eni continuerà a pagare il gas russo in euro ma ha avviato la procedura per l’apertura di due conti Gazprombank, uno in euro e uno in rubli, come richiesto da Putin  ma "senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere". Lo ha annunciato lo stesso gruppo nel pomeriggio di oggi. Il pagamento del gas in rubli era stato deciso dal decreto Putin, firmato il 30 marzo scorso. Atto arrivato al culmine delle tensioni internazionali - e delle sanzioni - decise dalla Ue dopo l'invasione dell'Ucraina.

Eni oggi pomeriggio ha spiegato che "l’apertura dei conti avviene su base temporanea e senza pregiudizio alcuno dei diritti contrattuali della società, che prevedono il soddisfacimento dell’obbligo di pagare a fronte del versamento in euro. Tale espressa riserva accompagnerà anche l’esecuzione dei relativi pagamenti".

Lo scontro con l'Ue

Dopo giorni di consultazioni e di tensioni sottotraccia con Bruxelles, l’Eni annuncia l’avvio di quella procedura per pagare il gas russo che anche altre aziende europee - forse con maggior discrezione - stanno parallelamente adottando. La mossa del cane a sei zampe, tuttavia, rende plastico lo scontro con l’Ue. Da un lato c’è la Commissione, secondo la quale pagare in rubli e aprire un conto in moneta russa è una violazione delle sanzioni. Dall’altra ci sono le (tante) società europee che, come Eni, affermano di agire nel rispetto del regolamento comunitario visto che, pur aprendo il secondo conto in rubli, pagheranno il gas di Mosca comunque in euro. 

I conti K

I due conti correnti denominati K, sono stati aperti in accordo con le istituzioni italiane e nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale, nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export "a carico della quale sarà - precisa Eni "ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti".

Gas russo, l'Eni aprirà due conti K (uno è in rubli)
Gas russo, l'Eni aprirà due conti K (uno è in rubli)

Il meccanismo

Da un lato, “a oggi, Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che la fatturazione (effettivamente giunta ad Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto”, spiega Eni, “che le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa” e che “nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture”.

Dall’altro lato, però, prosegue Eni, “l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni (peraltro Eni, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K)”.

Le condizioni

Dunque, “se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro”, avverte il ‘Cane a sei zampe’, “un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture”. 

Arbitrato internazionale

Eni, tuttavia, in assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export - prosegue la nota - avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi. In ogni caso, Eni ribadisce fermamente che rispetterà qualsiasi eventuale futuro provvedimento normativo che dovesse intervenire a sanzionare il trading del gas o le attuali controparti. 

Le sanzioni

"La nostra decisione rispetta il quadro sanzionatorio internazionale", ha precisato Eni. Si sicuro, lo scontro rischia di allungare l’impasse sull’embargo al petrolio che l’Ungheria vuole portare al tavolo del vertice del 30 e 31 maggio. Sarà un summit in salita per i leader Ue chiamati a salvaguardare quell’unità che, di fronte alla carestia energetica, rischia di squagliarsi. Con un’idea, che, da qualche giorno, circola tra i corridoi di Bruxelles: "Con la Russia in difficoltà militare, forse, l’urgenza delle sanzioni non è neanche più così necessaria".