Von der Leyen: "Pronti al price cap per l'elettricità". Gas, ripresi flussi Russia-Italia

C'è l'accordo su nuove sanzioni: sì a price cap sul petrolio. Mentre Gazprom ed Eni confermano la ripresa delle forniture di gas attraverso l'Austria, la presidente della Commissione punta a limitare l'impatto inflazionistico. In Italia gli stoccaggi sono oltre il 91%

Strasburgo, 5 ottobre 2022 - Arriva il price cap sul petrolio. C'è il via libera dei 27 paesi sull'accordo per nuove sanzioni contro la Russia, tra cui appunto il limite sul prezzo per l'acquisto del petrolio. La conferma è arrivata in mattinata nel corso del Coreper, la riunione dei Rappresentanti dei Paesi membri, mentre la formalizzazione dell'approvazione dell'ottavo pacchetto arriverà per procedura scritta.

Oggi c'è stata anche la plenaria del Parlamento Europeo e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, è intervenuta dicendo che l'Europa è pronta a un price cap sul gas al fine di garantire costi più sostenibili per l'energia. "I prezzi elevati del gas fanno lievitare i prezzi dell'elettricità. Dobbiamo limitare questo impatto inflazionistico del gas sull'elettricità ovunque in Europa. Per questo motivo, siamo pronti a discutere un tetto al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità. Questo tetto sarebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato dell'elettricità", ha detto. 

Eric Mamer, il portavoce della Commissione, ha detto che si sta lavorando su due tipi di tetto al prezzo del gas: una è "un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità" e l'altro riguarda "un cap sull'energia scambiata in Europa fin tanto che stiamo lavorando a una riforma dell'indice Ttf".

Riguardo il consumo di gas in Europa, invece, la presidente ha fatto notare che "abbiamo diminuito il nostro consumo di gas di circa il 10%. Dobbiamo fare di più, ma è un dato importante. Le forniture di gas russo sono diminuite fino ad arrivare al 7,5% del gas di gasdotti". 

Intanto, in Italia è arrivata la notizia della ripresa delle forniture di gas da parte di Gazprom, attraverso l'Austria. È stata trovata una soluzione per la ripresa e l'autorità regolatoria austriaca è pronta a confermare la richiesta."Gazprom e gli acquirenti italiani sono riusciti a trovare un accordo sul formato di cooperazione tra i cambiamenti normativi in Austria alla fine di settembre. L'operatore austriaco ha comunicato la sua disponibilità a confermare le nomine di trasporto di Gazprom Export, il che rende possibile la ripresa delle forniture di gas russo attraverso il territorio austriaco", si legge in una nota di Gazprom citata dalla Tass. 

La conferma della ripresa dei flussi di approvvigionamento del gas è arrivata anche dall'Eni. "La ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache", ha comunicato Eni. Le forniture erano state interrotte lo scorso primo ottobre - spiega la società - per "la dichiarata impossibilità di trasportare il gas attraverso l'Austria" motivata da Gazprom.

Eni non specifica le iniziative messe in campo, ma in base a quanto sostenuto nei giorni scorsi dall'Ad, Claudio Descalzi, la società avrebbe pagato un deposito cauzionale di 20 milioni di euro alla società di dispacciamento austriaca per sbloccare l'impasse e consentire a Gazprom di fornire il gas a Eni, presso il punto di scambio austriaco previsto dal contratto Eni-Gazprom. Semplificando, dal primo ottobre scorso, in Austria è entrata in vigore una nuova normativa che prevede che il gas deve essere consegnato dagli operatori internazionali al confine con il Paese, e non trasportato all'interno come avveniva in precedenza, e tra gli adempimenti della nuova regolamentazione vi sarebbe un deposito cauzionale da versare all'operatore austriaco. A quanto risulta, Gazprom non avrebbe adempiuto e la fornitura di gas sarebbe stata bloccata.

Stoccaggi oltre al 91% in Italia

Gli stoccaggi di gas in Italia salgono al 91,36% con 176,727 Twh, mentre quelli europei si attestano all'89,61% a 996,671 Twh, secondo i dati della piattaforma europea Agsi. Nella classifica dei flussi in arrivo in Italia, c'è l'Algeria al primo posto con oltre 70 milioni di metri cubi. Segue il Nord Europa con circa 37 milioni di metri cubi, l'Azerbaigian con 30, la Libia con 8 milioni. Ultima la Russia con 1,5 milioni. Tuttavia a Tarvisio si registra una richiesta in esportazioni intorno 8,5 milioni.

Dai rigassificatori Cavarzere si attesta a circa 26 milioni, Livorno a 15 milioni e Panigaglia a 7 milioni.