Price cap, tutte le ipotesi in campo: come funzionano, chi le vuole e chi no

Sono almeno quattro le versioni sul tavolo della Commissione Europea per cercare di mettere un tetto al prezzo del gas

Mobile, generalizzato, limitato solo alla Russia o, perfino, con la “forchetta”. Trattativa che vai, Price cap che trovi. Sì, perché sul tetto al prezzo del gas in Europa, girano almeno quattro versioni con altrettante varianti sul tema. C’è, insomma, da perderci la testa. Anche perché le diverse ipotesi in campo sono figlie dei tentativi dell’Unione Europea di trovare un compromesso in grado di mettere d’accordo i diversi Paesi. Ma ecco, nel dettaglio, una piccola guida per orientarsi nel variegato mondo del 'Price cap'.

Un tetto per tutti...

E l’idea base sostenuta dall’Italia e altri 14 Paesi, tra cui Francia e Spagna; obiettivo, fissare un prezzo massimo a tutte le importazioni di gas in Europa. Tra i Paesi che si sono opposti ci sono: Belgio, Lussemburgo, Austria e soprattutto la Germania, che ha deciso di puntare su un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo verso il basso per i consumatori tedeschi.

… o solo per Mosca

L’ipotesi, invece, caldeggiata dalla Commissione Europea prevede l’introduzione di una soglia massima per gli acquisti di gas solo per le forniture provenienti da Mosca. Ma alcuni Paesi hanno già bocciato questa ipotesi ritenendola, più o meno, come una sanzione e quindi sottoposta a iter autorizzativi molto più complessi. Inoltre, dal momento che l’Europa sta tentando di ridurre la propria dipendenza dalla Russia, l’effetto della misura potrebbe addirittura far lievitare il prezzo del gas che arriva da altri Paesi o, in ogni caso, sarebbe poco incisivo per calmierare il mercato.

Il sistema 'dinamico'

Il price cap dinamico, proposto negli ultimi giorni proprio dall’Italia, ipotizza innanzitutto uno scenario in cui non ci sia assenza di forniture e si verifichi uno scambio tra domanda e offerta di gas. In questo contesto si prevede la creazione di un "corridoio dinamico" basato su un “valore centrale” della materia prima che potrà essere rivisto regolarmente tenendo conto di parametri di riferimento esterni come il costo dei combustibili fossili in altri mercati e rispetto al quale saranno ammesse fluttuazioni del prezzo al rialzo o al ribasso di diversi punti percentuali. Le fluttuazioni nel suo intorno fungerebbero invece “da segnali di prezzo per spostare il gas attraverso gli Stati membri, nel caso in cui più hub raggiungano il limite”. In sostanza sarebbe un paniere di vari indici finanziari che hanno valori diversi dal Ttf e subiscono oscillazioni variabili in base alla decisione del prezzo segnato dall'indice centrale. Un meccanismo piuttosto sofisticato che dovrebbe soprattutto servire a fermare la speculazione. Attualmente, infatti, gli importatori sono ricompensati per qualsiasi prezzo pagato e questo disincentiva manovre per la sua riduzione. Con una soluzione dinamica, invece, sarebbe possibile portare l'Europa a un rifornimento continuo di materie prime senza subire i rincari ed evitando l'arbitraggio.

Una centrale di acquisto unica

Fra le idee circolate negli ultimi giorni per trovare un accordo anche quella di istituire una sorta di centrale di acquisto unica per comprare il gas a un determinato prezzo e, in ogni caso, mai al di sotto dei 35 euro a megawattore. Una sorta di Authority per il Price cap.

La zona rossa

Altro ipotesi è quella di fissare un tetto al presso del gas solo per i Paesi più esposti ai tagli delle forniture russe. In queste aree, fra cui l’Italia, potrebbe essere fissato un prezzo temporaneo amministrato per il gas legato all’andamento del mercato olandese (Ttf). Per la verità la Commissione ha già sperimento questo modello per la Spagna dove già da qualche mese esiste un tetto al prezzo del gas.

Il tetto con la 'forchetta'

La proposta prevede di indicizzare il costo del gas a qualcosa di diverso dal Ttf e lavorare su una media di grandi indicatori di riferimento come Henry Hub o Brent e altri. Si potrebbe realizzare una forchetta tra un prezzo minimo e un prezzo massimo in cui possa esservi una variazione. Qualcosa, che ricorda, le vecchie oscillazioni delle valute all’interno del sistema monetario ante-euro.