Gas russo, stop a Polonia e Bulgaria: i rischi per gli altri Paesi europei

Gazprom annuncia l'avvenuta interruzione dei flussi per il due Paesi. Riunione straordianaria dei ministri Ue il 2 maggio. Snam: in Italia fornitura regolare. I timori della Germania

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Berlino, 27 aprile 2022 - La guerra del gas è cominciata. Gazprom, leader nell'estrazione e vendita di gas naturale, controllato dal governo russo, ha annunciato oggi di aver completamente bloccato le forniture di gas a Polonia e Bulgaria, 'ree' di non aver effettuato  ieri il pagamento in rubli. L'Ue corre ai ripari e fissa una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia europei per il 2 maggio alle 15.  

Lo stop a Polonia e Bulgaria

Polonia e Bulgaria sono i primi paesi a vedersi tagliato il rifornimento dall'inizio del conflitto in Ucraina dopo l'aut aut lanciato a marzo da Putin. Il presidente russo aveva minacciato gli Stati da lui definiti "ostili", schierati cioè contro l'attacco a Kiev: avrebbero dovuto saldare la bolletta energetica aprendo un conto presso Gazprombank, dove euro e dollari sarebbero convertiti in rubli. Pena lo stop dei flussi. L'ultimatum russo scadeva venerdì scorso e ieri è scaduto anche il termine per l'ultima tranche di pagamenti di Sofia e Varsavia, che sono state così 'punite'.

Un cartello di Stop davanti alla sede Gazprom di Mosca (Ansa)
Un cartello di Stop davanti alla sede Gazprom di Mosca (Ansa)

I rischi per gli altri Paesi Ue

Nessun governo europeo aveva detto di voler accondiscendere al ricatto, anche perché, ricorda la presidente della Commissione Ue Von der Leyen, una simile condotta violerebbe le sanzioni decise dall'Unione. Ma secondo Gazprom - è l'esclusiva di Bloomberg - quattro acquirenti europei avrebbero già pagato con moneta russa. Questi Paesi sarebbero 'salvi', dunque: continuerebbero a ricevere forniture di metano da Mosca. Per gli altri l'eventualità di una chiusura dei rubinetti è concreta. Se ne riparla comunque fra tre settimane. Fonti vicine a Gazprom hanno fatto trapelare infatti che non ci saranno ulteriori interruzioni almeno fino alla seconda metà di maggio, non essendo previsti prima di allora pagamenti. La preoccupazione sale però nell'Ue, a maggior ragione dopo le dichiarazioni di oggi del presidente della Duma Vyacheslav Volodin ("Gazprom ha sospeso completamente la fornitura di gas a Bulgaria e Polonia. Lo stesso dovrebbe essere fatto per quanto riguarda i nostri paesi ostili nei nostri confronti"). Sulla stessa linea il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: "Se qualcuno rifiuta di pagare in rubli, sarà attuato il decreto del presidente".

La Commissione Europea con la Francia, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, ha concordato di convocare una riunione straordinaria dei ministri dell'energia europei "il prima possibile". Al momento Snam assicura che il flusso verso l'Italia è regolare. 

Polonia: pistola puntata alla testa

La notizia dello stop delle forniture alla Polonia è confermata dalla PGNiG, la compagnia petrolifera di stato polacca, che ribadisce di aver debitamente adempiuto agli obblighi previsti dal contratto con Gazprom "considera la sospensione delle forniture di gas naturale una violazione". PGNiG ricorda che "può approvvigionarsi di gas dall'Ue tramite interconnessioni con la Germania e la Repubblica ceca e dal mercato globale del Gnl". Gli impianti di stoccaggio sono attualmente pieni all'80%, afferma. 

Stamani Varsavia ha ribadito stamani che non acquisterà più gas dalla Russia. Lo ha detto il ministro per le Infrastrutture energetiche, Piotr Naimsk. Il ministro ha sottolineato che la Polonia si stava preparando a rinunciare al gas russo da sei anni. Naimsky ha assicurato che non ci saranno difficoltà a rifornire i consumatori polacchi. "Posso garantire che il gas ci sarà, a meno che non si verifichi una sorta di cataclisma. In condizioni prevedibili, avremo forniture di gas". 

Il premier Mateusz Morawiecki parla di ulteriore passo dell'"imperialismo del gas" della Russia e di "un attacco diretto alla Polonia". "Affronteremo questo ricatto con la pistola puntata alla testa senza che i polacchi se ne accorgano", ha aggiunto ricordando che la Polonia ha 2,3 miliardi di metri cubi di riserve di gas, sufficienti per un mese e mezzo o anche più in caso di rialzo delle temperature. "La Russia ha attaccato l'economia europea con misure inflazionistiche. La 'Putinflazione' ha lo scopo di far alzare ancora di più i costi del gas". 

Bulgaria: non pieghiamo il capo

Al momento invece la Bulgaria, tramite Vladimir Malinov, direttore esecutivo dell'operatore bulgaro della rete del gas Bulgartransgaz, fa sapere che le forniture dalla Russia continuano ad arrivare. Ma l'annuncio di Gazprom viene preso sul serio dal governo di Sofia.  Il ministro dell'energia bulgaro Alexander Nikolov, citato da Bloomberg, assicura che "non negozierà sotto pressione e a testa bassa: è chiaro che in questo momento il gas naturale viene usato come arma politica e commerciale nel contesto della guerra. Il ministro ha detto che il suo Paese si è assicurato il gas attraverso fonti alternative e che al momento non sono richieste limitazioni al consumo". Stando alle stime dell'esecutivo bulgaro, il Paese ha riserve per un mese. 

Vola il prezzo del gas: i mercati

Non è ancora chiara l'effettiva credibilità di Gazprom ma l'annuncio del colosso russo è sufficiente a far schizzare il prezzo del gas che poi frena la sua corsa. Sulla piazza di Amsterdam i future sul metano, benchmark del prezzo del metano in Europa, balzano del 16% a 119,75 euro al megawattora, dopo aver toccato un rialzo massimo del 24%, per poi riassestarsi a 107 euro.

L'Ue: siamo preparati 

"L'annuncio di Gazprom è un altro tentativo della Russia di ricattarci con il gas -  scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, annunciando una riunione del gruppo di coordinamento sul gas -. Siamo preparati per questo scenario. Stiamo tracciando la nostra risposta coordinata dell'Ue. Gli europei possono aver fiducia nel fatto che siamo uniti e solidali con gli Stati membri colpiti". Intanto "Polonia e Bulgaria stanno ricevendo gas dai loro vicini europei. Questo dimostra prima di tutto la solidarietà tra gli Stati membri e l'efficacia degli investimenti passati". 

I timori della Germania 

La Germania è il paese europeo che importa più gas dalla Russia (il 40% del fabbisogno) e il governo tedesco vede con preoccupazione la chiusura dei rubinetti a Varsavia e Sofia. Per ora "i flussi di gas sono complessivamente a livelli stabili", ha detto il ministro dell'Economia Robert Habeck. "Siamo in stretto coordinamento nell'Ue per farci un'immagine della situazione più chiara". "Gli importatori tedeschi di gas pagano in euro", ha voluto comunque assicurare il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, dopo l'indiscrezione di Bloomberg. 

Ucraina: iniziato il ricatto russo 

"La Russia inizia il ricatto del gas dell'Europa a causa della riluttanza dei Paesi a pagare il gas in rubli", dice Andriy Yermak, capo dell'ufficio della presidenza ucraina, commentando su Telegram. "Stiamo assistendo a un aumento russo delle tariffe e a un allontanamento da qualsiasi regola e obbligo. L'Unione europea ha ripetutamente affermato che non pagherà il gas in rubli, perché i contratti firmati non riguardano pagamenti in valuta 'di legno'", scrive Yermak, osservando che "la Russia sta cercando di dividere l'unità dei nostri alleati" e "dimostra anche che le risorse energetiche sono un'arma per loro". "Ecco perché - esorta il capo dell'ufficio della presidenza - l'Unione europea dev'essere unita e imporre un embargo sulle risorse energetiche, privando i russi delle loro armi energetiche".