Martedì 23 Aprile 2024

Gas, Cingolani: "Niente razionamenti. Ma per essere al sicuro servono rigassificatori"

Il piano approvvigionamenti del ministro della Transizione ecologica: "Stoccaggi e fonti alternative per un futuro privo di rischi energetici". E sull’auto elettrica: "Non volevo rinvii, ma una soluzione per tutte le tasche"

Roma, 1 luglio 2022 - Ministro Cingolani, il governo ha fatto di tutto per trovare nuovo gas. Il grosso arriverà però tra il 2023 e il 2024. Nel frattempo?

"I circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo saranno sostituiti con 25 miliardi di metri cubi provenienti da altri Paesi; al resto avremmo rinunciato comunque come contributo alla decarbonizzazione. Di questi 25, ne arrivano circa 6 quest’anno, 18 l’anno prossimo e 25 nel 2024. Questo è l’anno più critico, perciò è fondamentale completare gli stoccaggi, oggi attorno al 58%, per passare l’inverno senza problemi".

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Roberto Cingolani, 60 anni, ministro della Transizione Ecologica
Roberto Cingolani, 60 anni, ministro della Transizione Ecologica

In questo senso avete appena coinvolto il Gse per avere la certezza del riempimento degli stoccaggi.

"Bisognava dare una mano agli operatori, che visto il costo del gas sono in difficoltà. Cosi accelereremo la capacità nazionale di stoccaggio".

Altro nodo, i rigassificatori...

"Dato che la metà dei 25 miliardi di metri cubi “nuovi“ sono di Gnl, gas liquido, questo è un punto chiave. Ora, tutto il possibile verrà rigassificato con i 3 impianti attuali, che di norma vanno al 60% e li porteremo a piena capacità. Ma per processare le 12 miliardi di tonnellate di Gnl sarà essenziale poter contare sulle due navi rigassificatrici previste. È fondamentale che la prima sia installata a inizio 2023".

È la nave che doverebbe andare a Piombino, dove il sindaco è contrario e il governatore Giani chiede compensazioni. Su queste basi si può fare?

"Ho parlato con tutti, anche con il sindaco di Piombino. Sono tutte istanze comprensibilissime, e farò di tutto per trovare la giusta quadra. Da un lato ci sono le istanze dei territori, dall’altro la sicurezza nazionale. Per ragioni tecniche e non politiche Piombino è il primo sito, e il secondo è nella zona di Ravenna. Ciò detto, c’è massima disponibilità".

Quanto grande è il rischio che questo inverno si possa arrivare o a razionamenti o uso di carburanti alternativi come il carbone?

"Se la nostra agenda di stoccaggio va avanti come previsto, con una sana gestione del risparmio e utilizzando transitoriamente il carbone, senza riaprire centrali chiuse, io credo che minimizzeremo i disagi. Mi pare che tutto sommato dovremmo farcela".

La crisi ucraina ha accelerato la riconversione energetica. Andiamo verso un futuro elettrico largamente basato sulle rinnovabili?

"Il grande target è decarbonizzare, al 55% al 2030 e al 100% al 2050, ma ci vuole un approccio neutrale da un punto di vista tecnologico. L’elettrificazione è certamente un elemento fondamentale, ma i tempi per farla in certi settori industriali dipendono dai diversi paesi. Lo stesso vale per la mobilità. Se la gente non ha i soldi per comprare un’auto elettrica, è bene prevedere la possibilità di decarbonizzare anche con l’uso di carburanti bio o sintetici".

È vero che volevate rinviare al 2040 l’obbligo per l’auto elettrica?

"No, il governo è d’accordo con il 2035, ma ha preteso la neutralità tecnologica, cioè soluzioni per tutte le tasche. Se questo non fosse stato concesso, ovviamente si sarebbe dovuto insistere per la concessione di un tempo di transizione più lungo. Ma per fortuna questa battaglia, una battaglia di natura sociale, l’abbiamo vinta".

Vede un futuro tutto rinnovabili?

"Le rinnovabili sono centrali ma in futuro magari ci potranno essere tecnologie programmabili che si affianchino e consentano di rendere più facile di raggiungere il target".

Vuol dire che ci può essere un ruolo anche per la fusione, o il nucleare di nuova generazione?

"A mio avviso la fusione non può che essere la soluzione finale. Se mi chiede i tempi, non li conosciamo. Sul nucleare di nuova generazione... vediamo se potrà essere utile. Può essere, come no. Ma nessuna tecnologia, neppure il nucleare, può essere l’unica soluzione".

La Germania vuole arrivare al 100% di elettricità da rinnovabilli al 2035. E L’Italia?

"Noi abbiamo un piano abbastanza simile, il 72-75% al 2030 da rinnovabili e nel 2030 sarà anche di più. Obiettivo è Co2 zero".

Lei fu molto critico con il progetto presentato a febbraio da Elettricità Futura, ma ha apprezzato il loro secondo piano, 70 GW al 2030, con una copertura del’84% della domanda elettrica.

"Ci siamo chiariti perfettamente. Il loro nuovo piano è ottimo, ambizioso ma anche realistico. Prevede quest’anno installazioni per 5 Gw e nei primi sei mesi Terna ha avuto domande per 5.3 Gw".

In Consiglio dei Ministri avete previsto un pacchetto bollette sostanzioso. Ma come far scendere i prezzi dell’energia a livelli normali?

"Abbiamo messo più di 30 miliardi in un anno per ridurre i danni fatti dalla speculazione energetica e dalla guerra. Il primo punto sarebbe mettere un price cap europeo che limi i picchi di prezzo. Il secondo punto è superare l’assurdità del costo dell’elettricità legato al prezzo del gas. Bisognerebbe separare la Borsa delle rinnovabili da quella del gas. Ma ovviamente anche questo va fatto a livello europeo".

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