Gas, da dove arriva: i gasdotti internazionali che rendono flessibile l'Italia

Da Passo Gries a Gela, i punti di ingresso che mettono il Paese al riparo dalle turbolenze del gas russo

Roma, 13 maggio 2022 - Lo stop del gas russo in transito dall'Ucraina di mercoledì scorso, 11 maggio, non ha avuto impatti sull'Italia: ed è grazie agli 8 punti di accesso del gas, che insieme contribuiscono a proteggere il Paese da turbolenze nelle forniture. Lo scorso gennaio hanno consentito addirittura un piccolo export, sebbene si sia trattato di una cifra irrisoria, pari a 20 milioni di metri cubi al giorno contro un fabbisogno nazionale di 300 a cavallo delle feste natalizie. Oggi sono stati allocati in stoccaggio oltre 932,5 milioni di KWh, con più di 23,87 miliardi di KWh in giacenza e una capacità giornaliera di iniezione di oltre 1,07 miliardi.

Gli ingressi dei gasdotti internazionali in Italia
Gli ingressi dei gasdotti internazionali in Italia

Sono 5 gli ingressi principali dei gasdotti internazionali sulla Penisola: Passo Gries (Verbania) per il gas proveniente dal Nord Europa; Tarvisio (Udine) per quello russo; Melendugno (Lecce), approdo del Tap proveniente dall'Azerbaijan; Mazara del Vallo (Trapani), collegata all'Algeria con il Transmed; e, infine, Gela (Caltanissetta), approdo dal Greenstream proveniente dalla Libia. A questi si aggiungono 3 rigassificatori: quello di Cavarzere (Rovigo) con il 10% di quota, l'Olt di Livorno con il 2% e l'impianto di Panigaglia (La Spezia) con l'1%. Il restante 4% del fabbisogno nazionale è coperto dalla produzione nazionale. 

Dei 75,8 miliardi di metri cubi di metano immessi nella rete nel 2021 il 38% è arrivato dalla Russia, il 28% dall'Algeria, il 10% dall'Azerbaijan, il 4% dalla Libia e il 3% dal Nord Europa. Nel primo trimestre del 2022 gli arrivi dalla Russia sono diminuiti quasi del 20%, così l'Algeria è salita al primo posto, avendo venduto all'Italia 5,6 miliardi di metri cubi. Complessivamente le importazioni sono cresciute dell'8,2%.