Fusione Audipress-Audiweb La Fieg: grave lo stop dell’Upa

"La decisione del consiglio direttivo dell’Upa (l’associazione di categoria delle imprese inserzioniste, ndr) di bloccare la fusione tra Audipress e Audiweb è un passo intempestivo e grave, che rallenta la crescita corretta ed equilibrata degli ambiti di mercato, la libera informazione e la raccolta pubblicitaria, ai quali gli editori di giornali e gli utenti di pubblicità fanno riferimento". È quanto afferma in una nota la Fieg (la Federazione Italiana Editori Giornali), spiegando che "l’iniziativa aveva e ha l’obiettivo, come già nelle migliori esperienze in Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e in altri Paesi, di realizzare una ricerca per integrare la misurazione dei lettori e utenti stampa e digital, così come da anni richiesto dal mercato".

La fusione tra le due agenzie avrebbe peraltro permesso di superare norme antitrust vecchie di 35 anni.

La Fieg osserva che "Upa ha aderito alla posizione del presidente di Auditel che ha palesato la contrarietà alla fusione solo dopo l’annuncio il 28 aprile scorso, dopo 18 mesi di lavoro sui contenuti e sulla governance che avevano impegnato Fieg, Upa, Fedoweb (Federazione Operatori del Web, ndr)e Una (Aziende della Comunicazione Unite, ndr). Il progetto di fusione era stato accolto positivamente da Agcom, il cui presidente ha dichiarato che il progetto di fusione tra le società Audiweb e Audipress, finalizzato alla realizzazione di una nuova ricerca integrata per la misurazione dei dati digital e stampa, anche sotto la regia di Upa che svolge un ruolo essenziale in questo settore, era vista con favore dall’Autorità".

Dalla Fieg si chiederà dunque al presidente di Audipress di "mettere all’ordine del giorno del prossimo consiglio di amministrazione, così come condiviso dallo stesso cda nel settembre 2018, la proposta di proseguire nel percorso di evoluzione della propria ricerca sviluppando l’integrazione con il digital e nello stesso tempo di cercare la più ampia condivisione del mercato, in assenza della quale sarà necessario siano Agcom e Agcm a intervenire per evitare che i veti del sistema televisivo impediscano lo sviluppo dell’editoria con conseguenze gravi per il pluralismo".

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