Roma, 11 novembre 2022. Cosa sono i fringe benefit e come si possono ottenere: sono queste le domande che, dopo il Consiglio dei ministri di giovedì, molti italiani si stanno facendo. Il governo col decreto Aiuti quater, infatti, ha deciso di innalzare da 600 a 3mila euro la soglia dei 'premi' (o meglio benefici intesi come compenso accessorio al reddito) esentasse che le imprese possono concedere ai propri dipendenti per fare fronte, ad esempio, al caro bollette. La premier Giorgia Meloni ha apertamente parlato di una "tredicesima esentasse". Alcuni lo chiamano già "bonus da 3000 euro" per i dipendenti. Ma è davvero così? E come funziona esattamente questo meccanismo?
Bonus 3000 euro, pro e contro. Come chiedere il rimborso delle bollette
Sommario
I fringe benefit
Un’azienda, di solito, disciplina le tipologie di fringe benefit all’interno del contratto individuale. Questi compensi aggiuntivi, infatti, possono essere concessi anche singolarmente al dipendente. Tra i benefici accessori più comuni ci sono l’auto aziendale e i buoni acquisti (ad esempio per comprare online o per pagare palestra/piscina). Anche assistenza sanitaria, polizze assicurative, concessione di prestiti, acquisti di azioni societarie e alloggi che vengono messi a disposizione del dipendente sono fringe benefit.
Cosa cambia
Il governo ha deciso che pure il rimborso delle utenze domestiche (acqua, luce e gas) potrà essere considerato un fringe benefit e ha elevato la soglia di non imponibilità da 600 a 3000 euro dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti fino alla fine del 2024. Questo si traduce in un vantaggio per il lavoratore che, fino a quella soglia, non ha alcuna tassazione ai fini Irpef. Inoltre, per il datore di lavoro, si tratta di importi completamente deducibili dal reddito d’impresa. E attenzione: il fringe benefit deve essere considerato in aggiunta alla retribuzione già concordata dal contratto. Questo significa che il datore del lavoro non può assolutamente trasformare parte del salario in fringe benefit.
Come si ottengono
Un punto deve essere ben chiaro: i beni accessori sono a totale discrezione dell’azienda. Sarà il datore di lavoro a decidere se elargire o meno ai propri dipendenti una somma da spendere in fringe benefit. Somma che, sia chiaro, può anche superare i 3.000 euro, ma che per l’eccedente viene regolarmente tassata.