Venerdì 20 Giugno 2025
REDAZIONE ECONOMIA

Difesa italiana, l’industria vale 16 miliardi. Crosetto: “Sfida tecnologica in corso, userei fondi europei”

Dal report della fondazione Einaudi emerge la necessità di investire nel settore per garantire al nostro Paese e all’Unione europea sicurezza e capacità di deterrenza e poter competere con giganti come Usa e Cina

Un momento dell'incontro organizzato dalla Fondazione Einaudi sul paper "Difesa, l'industria necessaria"

Un momento dell'incontro organizzato dalla Fondazione Einaudi sul paper "Difesa, l'industria necessaria"

Roma, 9 giugno 2025 – Dalla sfida tra Stati Uniti e Cina sulla capacità di sviluppare nuove tecnologie alla guerra di disinformazione e cyber-attacchi, fino alla possibilità di sfruttare i fondi europei per la Difesa. Il ministro Guido Crosetto fa il punto sulle nuove sfide per l’Occidente al convegno della Fondazione Luigi Einaudi promosso per presentare il paper ‘Difesa, l’industria necessaria’. “Oggi lo scontro non è tra Occidente e Russia, ma tra Stati Uniti e Cina che si sfidano sulla capacità di sviluppare nuove tecnologie: dall'intelligenza artificiale ai supercomputer, dai computer quantistici al cyber, fino alla sfida tecnologica per lo spazio e i fondali marini” osserva Crosetto. “Da decenni l’Occidente subisce, senza combatterla, una guerra di disinformazione e cyber-attacchi senza accorgersene e senza reagire”, aggiunge il ministro, che sottolinea come sia importante “ricreare una cultura della difesa da tutti i punti di vista, non solo quello difensivo classico e di protezione dei nostri interessi, ma anche come costruzione di un presupposto tecnologico per una seconda rivoluzione industriale per il nostro comparto”. Infine sulla possibilità di sfruttare i fondi europei per la Difesa, Crosetto non ha dubbi: “Safe andrebbe utilizzato”. Durante l’evento il professor Alberto Pagani, docente all’università di Bologna, ha illustrato lo studio che ha curato per conto della Fondazione Einaudi. Dal documento emerge che investire nell’industria della Difesa è necessario sia per garantire al nostro Paese, e all’Unione europea, sicurezza e capacità di deterrenza, sia produrre, attraverso la ricerca scientifica, innovazioni tecnologiche a ‘doppio uso’ (internet, sistemi GPS e così via) che generano sviluppo economico e mettono il sistema Paese nelle condizioni di competere con giganti come Stati Uniti e Cina. Progetti che soddisfano sia le esigenze militari che civili, massimizzando l’efficienza degli investimenti. “Il valore dell’industria della difesa italiana si stima si aggiri intorno ai 16 miliardi di euro. Un comparto caratterizzato da lunghe catene di fornitura che in Italia dà lavoro a 50mila operatori diretti, che diventano 159mila se si considera l’indotto”, si legge nello studio. Per il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, “sul piano politico oggi l’obiettivo è rilanciare una nuova prospettiva strategica nel quadro della Nato. Parlare di autonomia strategica europea senza parlare di investimenti in Difesa, di industria della Difesa, soprattutto tecnologica, è parlare di nulla” ha aggiunto.

Il sondaggio sulla sicurezza

In particolare il sondaggio “Il concetto di sicurezza tra gli italiani: percezione e declinazioni”, condotto da Euromedia Research e illustrato da Alessandra Ghisleri rileva che complessivamente il 64,8% degli intervistati ritiene che il nostro Paese faccia bene a investire nel comparto difesa e debba mantenere l’attuale livello di spesa (33,4%) o mettere più risorse (31,4%). Solo il 23% è contrario e spenderebbe meno. L’86,7% del campione associa alla parola ‘Difesa’ il concetto di ‘Prevenzione e sicurezza’, il restante 13,3% quello di ‘Lotta e combattimento’.

Emerge inoltre che il 68,3% è favorevole a una politica comune di difesa e sicurezza tra gli altri Stati membri dell’Ue, mentre il 13,3% non sa rispondere alla domanda, così come oltre il 40% degli intervistati non conosce la NATO (4,7%) o non sa spiegare correttamente cosa sia (35,6%). Anche a fronte di questi dati, il segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini, ha dato vita a un confronto con i direttori del TgLa7 e di Huffington Post Italia, Enrico Mentana e Mattia Feltri, sulla necessità, in una fase storica caratterizzata da fake news e disinformazione, di formare un’opinione pubblica consapevole quando si parla di difesa. Entrambi i direttori sono stati concordi sulla necessità che, insieme alla politica, oggi anche i media debbano fare la loro parte. “Abbiamo presentato questo paper cercando di chiarire come dagli investimenti nella difesa dipendano il ruolo internazionale dell’Italia, la pacifica garanzia delle nostre libertà, lo sviluppo tecnologico delle nostre aziende”, ha detto Cangini.