
Un autovelox divelto da fleximan e (nel tondo) Robero Impero
Roma, 9 febbraio 2024 – Da Nord a Sud, sono sempre più frequenti gli atti di vandalismo nei confronti degli autovelox con le “imprese” diventate popolari sul web e sui social di Fleximan.
Si tratta di un fenomeno che cela al suo interno una sorta di insofferenza nazional popolare nei confronti di questi dispositivi. Secondo l’esperto di sicurezza stradale Roberto Impero, Ceo di SMA Road Safety e membro dell’Associazione Mondiale della Strada (PIARC).
“Il fenomeno è figlio di una gestione spesso errata dei proventi delle multe. L’eccesso di velocità rappresenta una delle principali cause di morte e lesioni gravi nel nostro Paese e le tratte stradali più colpite da incidenti sono proprio quelle urbane ed e extraurbane, oggetto in queste settimane di questi atti vandalici. Come previsto dalla normativa gli incassi delle sanzioni per eccesso di velocità andrebbero reinvestiti per migliorare la sicurezza stradale".
“È purtroppo emerso però (secondo il report dell'ASAPS e dell'Associazione Lorenzo Guarnieri) che spesso i comuni utilizzino questi introiti per coprire costi che nulla hanno a che fare con la sicurezza stradale. È frequente poi la tendenza da parte delle amministrazioni di ricorrere all’”alibi della velocità”, riducendo i limiti per non intervenire concretamente su punti stradali pericolosi. Così non si tutela la salute degli automobilisti: un urto contro un ostacolo fisso, come un albero o un pilone, anche a 30 km/h, può causare tetraplegia agli occupanti del veicolo.
Per queste ragioni autovelox, fotored e limiti alla velocità vengono percepiti come un modo alternativo cui i comuni e le amministrazioni ricorrono per fare cassa, penalizzando la valenza primaria che queste soluzioni dovrebbero avere: salvare vite umane e garantire strade più sicure”.