Flat Tax famiglie dal 2020. Dalle detrazioni al bonus Renzi: l'idea della Lega

Un piano triennale, con inizio al 2020, per un'aliquota Irpef fissa al 15% tra i 15mila e i 50mila euro, ma che mantenga la possibilità di sgravi per i figli: è il piano della Lega per la flat tax. Ecco chi ci guadagna davvero.

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (Ansa)

Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 9 luglio 2019 - Sarà 'flat' (cioè piatta) per modo di dire, anche perché la Costituzione impone il criterio della progressività. Ma la flat tax per le famiglie su cui tanto punta la Lega sta prendendo forma. Le ultime novità - a una settimana dall'incontro del 15 luglio in cui, come annunciato dal vicepremier Salvini, il governo ha invitato "i principali soggetti economici", sindacati in primis, a studiare un piano sulla manovra (fuga in avanti che, tra l'altro, ha fatto reagire il premier Giuseppe Conte) - sono state snocciolate dal sottosegretario del Carroccio, Massimo Bitonci

Flat tax, chi ci guadagna 

L'idea è quella di un piano triennale, a partire dal 2020, che vada a tagliare le tasse ai redditi sotto lo scaglione dei 50mila euro, con un meccanismo che includa - novità dell'ultima ora - anche un quoziente familiare che contempli, dunque, sgravi per chi ha figli. Un meccanismo che, nelle versioni precedenti, era stato escluso (si diceva, infatti, che la flat tax avrebbe sostituito tutte le detrazioni, dando magari la possibilità di scelta al cittadino). L'aliquota sarebbe fissa al 15% per i 18 milioni di contribuenti con un reddito che va dai 15mila ai 50mila euro.  Ma chi ci guadagna di più? Il beneficio maggiore andrebbe al 'ceto medio' cioè a chi ha redditi tra i 35mila e i 50mila euro e che ora paga, spiega Bitonci, “una aliquota media del 24%”. Si tratta di circa 3 milioni di italiani. Ad avere uno sconto, secondo il piano illustrato dal sottosegretario leghista, sarebbero anche i redditi tra 15mila e 35mila euro, che attualmente pagano "tra il 16% e il 17% di tasse". Sotto i 15mila euro di imponibile, invece, si entra nella 'no tax area'; l'aliquota Irpef media, calcola Bitonci, è del 5,41%. Per quest'ultima fascia più debole non ci sarebbe, va da sé, un aggravio. Il meccanismo andrebbe a regime in tre anni, cioè nel 2022. 

Bonus Renzi, il nodo 80 euro

Detto che, sulla selva di detrazioni, si sta ancora lavorando, una delle poche certezze è la cancellazione del bonus 80 euro introdotto dal governo Renzi. Ricordiamo che avevano diritto a questo sconto (960 euro annui in più in busta) i lavoratori dipendenti o assimilati con un reddito inferiore a 24.600 euro al netto dell'abitazione principale e relative pertinenze. Tra 24.600 e 26.600 euro si aveva invece diritto a solo una parte del bonus che, comunque, veniva tolto in un'unica soluzione al termine dell'anno solare, in caso la soglia venisse superata (accadeva con i contratti a termine rinnovati man mano). Secondo il viceministro Massimo Garavaglia "la flat tax non toglierà il bonus di 80 euro, anzi se un contribuente ne aveva diritto, con la nuova tassazione lo sconto diventerà di 100 euro". Siccome si raffronta una cifra fissa (80 euro, appunto) e un sconto che varia a seconda del reddito, i tecnici del Tesoro devono verificare che i lavoratori che prima percepivano il bonus, soprattutto nelle fasce più basse (15-18mila euro l'anno) non ci vadano a perdere, e abbiano un beneficio dalla flat tax che sia superiore ai 960 euro nei 12 mesi. 

 

 

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