ANTONIO TROISE
Economia

Fisco più semplice anche per le pmi. Minisanzioni per chi collabora

Varati due decreti che riducono il contenzioso tributario. Il viceministro Leo: non è una sanatoria

Fisco più semplice anche per le pmi. Minisanzioni per chi collabora
Fisco più semplice anche per le pmi. Minisanzioni per chi collabora

Si allarga la platea delle imprese che possono evitare di incorrere nelle maglie dell’Agenzia delle Entrate adottando una sorta di "controllo preventivo" sulla cosiddetta fedeltà fiscale. Tecnicamente si chiama "adempimento collaborativo", un sistema che esiste da tempo nel nostro ordinamento. Ma riguardava solo le grandi aziende con fatturati superiori al miliardo di euro.

Da ora la soglia calerà gradualmente passando a 750 milioni nel biennio 2024-2025, a 500 milioni fra il 2026-27 per poi ridursi a 100 milioni nel 2028. Ma non basta. Si accelera anche sui procedimenti relativi alle liti fiscali pendenti, con una serie di modifiche che dovrebbero portare alla integrale digitalizzazione del sistema. L’obiettivo dei due decreti varati ieri da Palazzo Chigi in attuazione delle delega sulla riforma fiscale è di semplificare e instaurare un nuovo rapporto di fiducia fra lo Stato e contribuente. Il vice dell’Economia, Maurizio Leo, non vuole sentir parlare di sanatoria. Anzi, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo la riunione del Consiglio dei ministri, sgombra subito il campo dagli equivoci: "Non vogliamo abbassare la guardia sul fronte della lotta contro l’evasione fiscale". Di fatto le imprese che aderiranno all’Adempimento Collaborativo avranno un trattamento di favore, con una riduzione delle eventuali sanzioni fino al loro azzeramento se il contribuente si mostrerà collaborativo "comunicando i rischi fiscali in modo tempestivo ed esauriente".

Restano escluse le condotte "simulatorie o fraudolente". Ci sarà una "interlocuzione costante e preventiva con il contribuente, assistito da professionisti altamente qualificati, finalizzata ad una preliminare valutazione delle situazioni che generano rischi fiscali". Il decreto prevede anche un maggiore controllo dei rischi fiscali per le aziende attraverso il Tax Control Framework. In sostanza, per aderire al regime, le imprese dovranno dotarsi di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale, certificato da professionisti altamente qualificati, individuando ogni operazione che possa essere a rischio di evasione. Un modo, insomma, per agire ex ante anziché ex post al fine di ridurre i contenziosi e garantire certezza del diritto. In materia di contenzioso, il provvedimento approvato ieri ha potenzia l’informatizzazione del processo tributario. In particolare, si rafforza l’utilizzo delle modalità telematiche nella gestione del processo, prevedendo che tutte le comunicazioni siano effettuate tramite Pec e che le notifiche e i depositi di tutti gli atti avvengano solo telematicamente.

Si prescrive, inoltre, la sottoscrizione con firma digitale di tutti gli atti e i provvedimenti del giudice, degli ausiliari, delle segreterie, delle parti e dei difensori. "Uno degli obiettivi del Pnrr è smaltire il contenzioso pendente davanti alla giustizia tributaria – ha spiegato Maurizio Leo – e in Italia il carico notevole è davanti alla Cassazione dove abbiamo 42mila controversie pendenti con 10mila nuovi ingressi. Dovevamo mettere ordine". La riduzione del carico si raggiungerà "spingendo molto sulla digitalizzazione, facendo in modo che udienze e atti processuali usino il digitale".

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