Fine dello smart working dal 30 giugno, ma si studia una proroga. Le nuove regole

Per i fragili e i genitori con figli under 14 il lavoro agile potrebbe essere ancora possibile sino alla fine dell’anno

Il conto alla rovescia è già cominciato. Dal primo luglio anche i lavoratori “fragili” e quelli con figli under 14 dovranno tornare alle rispettive attività in presenza. Anche per queste due categorie scatta lo stop allo smart working. L’ultima Finanziaria aveva prorogato di sei mesi il regime del lavoro a distanza per questa categoria sia nel settore pubblico sia nel privato. A meno che il governo non decida un’ulteriore proroga di sei mesi, fino al dicembre del 2023.

Smart working (Imagoeconomica)
Smart working (Imagoeconomica)

C’è già un emendamento presentato dal M5S al decreto lavoro. Ma manca la copertura finanziaria: servirebbero almeno 18 milioni di euro per allungare la scadenza. Ma che cosa succederà dal mese prossimo? E quali possono essere le possibili soluzioni?

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Lo stop allo smart working

Dal 30 giugno, per tutti i lavoratori, compresi quelli “fragili” (quelli, cioè, affetti dalle patologie e condizioni individuate da un decreto del Ministro della salute) e i genitori con figli under 14 scatta l’obbligo del lavoro in presenza.

Chi si salva

Non tutti, però, torneranno in presenza per tutti i giorni della settimana. Sono molte le imprese, soprattutto nel settore privato, che attraverso accordi sindacali, hanno deciso di prolungare l’esperienza del lavoro a distanza anche dopo l’emergenza pandemica. In molti casi sono previsti due o tre giorni di lavoro da remoto la settimana alternati da giorni in presenza. Dal prossimo mese queste regole dovranno essere applicate anche per i “fragili” e i genitori con figli minori. Tranne, naturalmente, intese di diverso tipo. Nelle altre imprese restano comunque in vigore le tutele previste dall’articolo 18 della legge 81 del 2017 e dal Dlgs 105 del 2022 (articolo 4 lettera b) secondo cui i datori di lavoro pubblici e privati che stipulano accordi per l'esecuzione della prestazione di lavoro in modalità agile devono riconoscere «priorità» alle richieste formulate dalle lavoratrici e dai lavoratori con figli fino a dodici anni di età, o senza alcun limite di età nel caso di figli in condizioni di disabilità (articolo 3, comma 3 legge 104 del 1992), o alle richieste dei lavoratori con disabilità in situazione di gravità accertata (articolo 4, comma 1 legge 104 del 1992) o che siano caregivers. Se queste categorie di lavoratori chiedono di fruire del lavoro agile, non possono essere sanzionate, demansionate, licenziate, trasferite o sottoposte ad altra misura organizzativa che possa ripercuotersi negativamente sulle condizioni di lavoro.

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Opzione proroga

Toccherà al governo decidere se lasciare le cose così come sono o procedere con una nuova proroga. Il tema è sul tavolo della ministra del Lavoro, Marina Calderone. Nel frattempo, però, si stanno muovendo anche i parlamentari. Il M5s, con un emendamento presentato dal capogruppo in Commissione Lavoro del Senato, Orfeo Mazzella, ha presentato un emendamento che prevede la proroga di altri sei mesi dello smart working per i lavoratori fragili e per i genitori con figli under 14. La proroga dovrebbe scattare sia nel settore pubblico sia in quello privato. "Con la scorsa proroga sono stati spesi 18 milioni. - rileva Mazzella - Questo governo ha bocciato Opzione donna, ha ridotto la platea del reddito di cittadinanza: in questo modo, facendo cassa sui più deboli, ha risparmiato 3 miliardi. Non vedo nulla di strano se stanzia 20 milioni per tutelare la salute dei lavoratori, soprattutto visto che in campagna elettorale lo aveva promesso lo stesso partito della premier".

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