
FOCUS NASDAQ Pharus ha iniziato ad aprile a guardare con interesse pure al settore tecnologico statunitense dove, dopo la correzione, «alcuni titoli sono tornati su valutazioni più interessanti»
UTILITY, comparto della salute e produzione di bevande. Ecco tre settori su cui Stefano Reali (nella foto), vice director e gestore di Pharus AM, ha aumentato l’esposizione dei suoi portafogli ancor prima delle correzioni registrate dagli indici di Borsa agli inizi di aprile. Reali ha scelto dunque nelle scorse settimane di giocare in difesa perché, al di là delle tensioni geopolitiche provocate dai dazi di Trump, la brusca retromarcia dei listini avvenuta a primavera era comunque prevedibile dopo mesi e mesi di rialzi. In altre parole, dopo due anni di performance eccezionali con guadagni a due cifre soprattutto negli Stati Uniti, per Reali i ribassi sono da considerare quasi fisiologici. "Le valutazioni dei titoli, specie negli Usa, avevano raggiunto livelli estremi", dice il gestore di Pharus AM, "e le aspettative sugli utili erano diventate troppo generose: si parlava di crescite del 15% annuo, ben oltre le medie storiche dell’8-10%".
Nel portafoglio di Pharus, questo scenario si è tradotto dunque in un posizionamento più prudente e difensivo, già adottato prima delle turbolenze di aprile. "Oggi sovrappesiamo settori trascurati dal mercato come il beverage, le utilitiy e alcuni titoli healthcare in Europa", continua Reali, che aggiunge: "dopo una fase di forte sottoperformance, questi settori stanno mostrando segni di recupero e secondo noi hanno ancora spazio per farlo". Per quanto riguarda l’allocazione geografica del portafoglio, invece, l’Europa è in questo momento l’area da riscoprire, anche se Pharus ha iniziato ad aprile a guardare con interesse pure al settore tecnologico statunitense dove, dopo la correzione, "alcuni titoli sono tornati su valutazioni più interessanti".
Discorso a parte per la Cina, che viene ancora guardata con diffidenza da molti investitori, ma resta un mercato da seguire con attenzione. "Gli utili delle aziende cinesi stanno finalmente risalendo dopo un taglio violento, le valutazioni dei titoli sono basse e il mercato è sottopesato nei portafogli globali". Dunque, quando gli investitori internazionali scopriranno il mutato scenario sulle Borse della Repubblica Popolare, gli indici cinesi potrebbero viaggiare di nuovo a ritmi sostenuti.
Tornando all’Europa, a pesare negativamente è stata finora la percezione di un continente debole, ma per Reali sta avvenendo un cambio di paradigma: nuovi investimenti pubblici legati anche alle spese militari e una ritrovata attenzione degli investitori esteri possono fare la differenza. L’Italia è spesso marginale nei portafogli internazionali, ma per il nostro Paese valgono le stesse considerazioni fatte sul resto del continente. In particolare, per Reali a Piazza Affari le banche hanno già corso molto e hanno un potenziale più limitato di prima, mentre il mondo delle small cap, le società a piccola e media capitalizzazione, resta sottovalutato. Per rimettere in moto le quotazioni dei titoli servirebbe una scintilla, ovvero nuovi flussi da parte degli investitori che sono mancati negli ultimi anni. Resta il fatto che ci sono alcuni titoli di qualità oggi quotati a sconto, come Campari, Prysmian o Interpump, appartenenti a società che hanno solidi fondamentali di bilancio.
Infine, Reali invita alla prudenza quando si analizzano i dati macroeconomici e i trend di crescita: "Alla fine del 2024 – dice – si prospettava per gli Stati Uniti uno scenario di bassa inflazione e crescita moderata, mentre da qualche settimana si è iniziato a parlare di recessione". Molto dipenderà, secondo il gestore, anche dalle scelte politiche e commerciali dell’amministrazione americana. Di sicuro, l’incertezza non aiuta a sostenere la crescita delle aziende.