Martedì 23 Aprile 2024

Quando le ‘mani forti’ muovono i mercati

Davide

Biocchi

In finanza si definiscono ‘mani forti’ coloro che, muovendo grandi quantità di denaro, hanno un forte impatto sui prezzi, quando acquistano o vendono. Proprio questa loro caratteristica determina il loro inequivocabile vantaggio, ma anche un loro limite. Se sono infatti costrette ad agire in tempi troppo brevi, esse si muovono con la medesima grazia di un elefante in una cristalleria, con gli effetti che si possono immaginare. Per questo cercano sempre di prendersi tutto il tempo necessario per agire con tranquillità, cercando di passare il più possibile inosservate. Dai concetti espressi discende il significato dei termini ‘accumulazione’ e ‘distribuzione’, che servono a identificare dei periodi temporali sufficientemente lunghi, contraddistinti da prezzi stabili e tali da consentire a queste mani forti di agire “sotto traccia”. In parole semplici, accumulazione si riferisce alla fase in cui le mani forti acquistano gradualmente significative quantità di titoli, cercando di non farne aumentare il prezzo. L’obiettivo è accumularne il più possibile senza attirare l’attenzione degli altri investitori e per riuscirci serve diluire nel maggiore tempo possibile questi acquisti, altrimenti facilmente individuabili. La distribuzione è invece esattamente il contrario, cioè quando le mani forti hanno l’esigenza di liquidare degli asset che detengono, ma nel farlo voglio impattare sul prezzo il meno possibile. Per riuscirci devono vendere gradualmente le grandi quantità che detengono e per questo, nuovamente, serve a loro tempo.

La Borsa alterna fasi di escursioni ampie e repentine dei prezzi, con altre dove l’apatia regna sovrana, i prezzi sono stabili e la volatilità si riduce al minimo. È proprio in questi periodi che gli attori forti cercano di portare a compimento i loro obiettivi, cercando di evitare in ogni modo il risveglio del mercato dal letargo. I piccoli investitori, che ovviamente non sono in grado di impattare il mercato, visti gli scarsi controvalori che mettono in gioco rispetto a questi attori primari, devono difendersi cercando di capire se le fasi di quiescenza siano più indiziate di essere di accumulazione, cui più probabilmente fanno seguito dei rapidi rialzi, o di distribuzione, cui per contrasto seguono repentini ribassi. Questa è la sistematica disfida nella quale si cimentano pesci grossi e piccoli, i primi per rimanere sotto traccia il più possibile, i secondi per stanarli e seguirli. Attualmente siamo in una fase di accumulazione o distribuzione? Solo il tempo ce lo dirà.

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