
INVESTIRE e gestire il proprio patrimonio, piccolo o grande, fatto di risparmi e/o di immobili, è una sfida che riguarda...
INVESTIRE e gestire il proprio patrimonio, piccolo o grande, fatto di risparmi e/o di immobili, è una sfida che riguarda sempre più persone avanti negli anni. E con l’aumento dell’aspettativa di vita questa platea è destinata ad aumentare. Del resto, secondo un report di Goldman Sachs, "La strada verso il 2075 — La storia positiva dell’invecchiamento globale", quella dell’invecchiamento globale non è necessariamente una cattiva notizia. Ma ha conseguenze importanti sia per chi investe sia per i diversamente giovani, ora che i 70 anni sono i nuovi 53. Un recente studio del FMI, basato su micro-dati di individui di età superiore ai 50 anni (inclusi test fisici e cognitivi) provenienti da un campione di 41 economie sviluppate ed emergenti, ha rilevato infatti, come ricorda Roberta Rossi, responsabile della consulenza di SoldiExpert SCF, che "in media, una persona di 70 anni nel 2022 aveva le stesse capacità cognitive di una persona di 53 anni nel 2000", mentre la fragilità fisica di un settantenne corrispondeva a quella di un cinquantaseienne nel 2000.
Nelle economie sviluppate, la percentuale di popolazione in età lavorativa (15-64 anni) è scesa dal 67% nel 2000 al 63% attuale e si prevede che calerà al 57% entro il 2075. A causa dell’aumento del tasso di dipendenza ci saranno più pensionati da mantenere per i lavoratori. Se per Goldman Sachs il modo più efficace per contrastare l’impatto dell’invecchiamento sui tassi di dipendenza è prolungare la vita lavorativa, resta comunque il problema di vivere prima o poi senza più il reddito da lavoro. E questo chiama in causa il tema degli investimenti per la terza età. Se vivremo sempre più a lungo, sottolinea la responsabile della consulenza di SoldiExpert SCF "il nostro rischio principale dal punto di vista economico si chiamerà longevity risk, il rischio di sopravvivere al nostro patrimonio. Il lavoro di un buon consulente finanziario è quindi capire e scongiurare questo rischio nel caso di clienti non più in età lavorativa e con risorse più limitate. Ma anche aiutare chi ha di più, magari compresi patrimoni a sei zeri, a vivere meglio".
Nella cosiddetta "età dell’argento", il patrimonio dovrebbe essere al servizio della persona. E invece, troppo spesso, accade il contrario. Per esempio, conclude Roberta Rossi, nei molti casi di persone anziane, ma ancora dinamiche e lucide, intrappolate in patrimoni immobiliari pesanti, mal gestiti e poco redditizi. Immobili che generano costi continui, preoccupazioni costanti, e rendimenti reali molto più bassi di quanto si pensi.
Tra tasse, spese straordinarie, manutenzioni, inquilini problematici e gestioni burocratiche, possedere tanti immobili è diventato più un lavoro che una rendita. "E allora viene da chiedersi: perché non mettere questo patrimonio al servizio di una vita più libera, serena e sicura? Perché non convertirlo, almeno in parte, in fonti di reddito più stabili, meno impegnative e più coerenti con una vita che – statistiche alla mano – sarà sempre più lunga e sana? Investire in modo più efficiente non è solo una questione di numeri. È una scelta di qualità della vita. E la longevità, se ben gestita, può diventare una straordinaria opportunità, non un problema".