Martedì 23 Aprile 2024

Leader nel segmento della previdenza complementare

CIRCA 36 miliardi di euro in gestione e una raccolta netta che lo scorso anno ha superato la soglia di 1,8 miliardi. È il biglietto da visita di Arca Fondi SGR, società storica del risparmio gestito nazionale, che quest’anno compie i suoi primi 40 anni di vita. Fondata nel 1983 nella galassia delle banche popolari, oggi Arca Fondi SGR fa capo al gruppo Bper e distribuisce i propri prodotti attraverso ottomila filiali circa, appartenenti a 100 diversi istituti. Pur essendo una SGR di medie dimensioni, Arca Fondi SGR rivendica le posizioni di leadership raggiunte in alcuni segmenti di mercato. Tra questi c’è senza dubbio quello della previdenza complementare, dove gestisce il primo fondo pensione aperto in Italia per patrimonio gestito (Arca Previdenza).

La Sgr presenta quote di mercato di spicco anche nel segmento dei Piani Individuali di Risparmio (PIR) e nel settore dei fondi legati agli investimenti nell’economia reale italiana, dove la società è stata pioniera. Ora, acquisite queste posizioni, Arca Fondi punta a espandersi in futuro nel segmento dei cosiddetti private asset (private equity, private debt, infrastrutture), cioè negli investimenti in aziende e più in generale attività non quotate. Nel Dna della SGR guidata da Ugo Loeser, c’è l’offerta di prodotti al pubblico retail (cioè ai risparmiatori privati), clienti delle banche azioniste e partner. Lo stesso amministratore delegato di Arca Fondi SGR ha più volte ribadito che la mission principale della società è concentrarsi sull’offerta di soluzioni e servizi alla clientela, senza pensare a espandersi attraverso operazioni straordinarie come fusioni e acquisizioni.

Secondo i dati dell’ultimo esercizio, pubblicati la scorsa settimana, Arca Fondi ha chiuso il 2022 con un margine operativo di 141,3 milioni di euro, in crescita rispetto ai 140,5 milioni del 2021 (se si escludono le commissioni di performance). L’utile di esercizio ha raggiunto i 57,5 milioni di euro con un costincome (un rapporto tra costi e ricavi) del 35%. È un livello, tiene a precisare la società, ben più basso di quello di molti grandi gruppi del risparmio gestito internazionale e che testimonia una grande efficienza operativa. Lo scorso anno, il patrimonio in gestione è invece salito del 5,6%, contro lo 0,7% del mercato nel suo complesso.

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