Lunedì 16 Settembre 2024

Italian Insurtech. Polizze smart con la tecnologia

PER MOLTI ITALIANI resta ancora un oggetto misterioso ma per i professionisti del settore assicurativo rappresenta il futuro. Stiamo parlando dell’insurtech, un neologismo nato negli ultimi anni che identifica tutte le attività di innovazione tecnologica applicate al comparto delle assicurazioni. Tra il 23 novembre e l’ 1 dicembre il mondo dell’insurtech è chiamato a raduno per il summit del settore che si svolgerà a Milano (nella cornice di Le Village by CA, uno spazio nel capoluogo lombardo interamente dedicato alle start up e alle aziende innovative). L’evento è organizzato dalla sigla di categoria del settore, la Italian Insurtech Association (IIA), a cui aderiscono compagnie e broker, banche e intermediari finanziari oltre a diverse società tecnologiche. "Il nostro summit, giunto alla quarta edizione, si intitola Out of the Box, a indicare la nostra volontà di far uscire l’insurtech italiano dalla cornice in cui è stato relegato", dice Simone Ranucci Brandimarte (nella foto in alto), presidente dell’Italian Insurtech Association. Che sottolinea un aspetto: nel nostro Paese l’industria assicurativa è un asse portante dell’economia e rappresenta il terzo settore produttivo più importante, con 450mila addetti che contribuiscono al 7% del pil. Parliamo però di un settore che vivrà di una profonda trasformazione nei prossimi anni grazie all’innovazione tecnologica e all’intelligenza artificiale.

Non a caso, durante il 2023 sono stati investiti nell’insurtech italiano ben 800 milioni di euro, una cifra che è più che decuplicata negli ultimi 3 anni. Il settore assicurativo italiano non sembra ancora pronto ad affrontare di petto la rivoluzione in atto. Gran parte delle polizze viene venduta attraverso canali tradizionali, mentre quelli digitali si sono ritagliati uno spazio significativo solo nel segmento della Rc Auto. Per le altre coperture, l’innovazione ha invece ancora molta strada da compiere. Inoltre, all’interno delle compagnie mancano spesso le giuste competenze per navigare tra i cambiamenti all’orizzonte. "Il gap di competenze digitali all’interno della filiera continua a essere una delle principali sfide del comparto assicurativo italiano", aggiunge Ranucci Brandimarte. "E nel 2023 è previsto l’inserimento di oltre 10 mila profili specializzati all’interno del settore". Figure professionali che sono molto difficili da trovare e che sino a pochi anni fa non lavoravano all’interno dell’industria assicurativa. Per il presidente dell’Iia occorre investire in formazione e training, per cercare di colmare le lacune esistenti. Qualcosa si sta muovendo se si considera che, secondo una ricerca dell’Italian Insurtech Association, l’83% dei top manager assicurativi sostiene che la creazione di competenze tecnologiche e digitali sia prioritaria nelle loro organizzazioni e il 44% sta già predisponendo piani formativi per supportare la digitalizzazione dei dipendenti e degli agenti. Tuttavia, nonostante questi primi sforzi, soltanto il 6% degli intermediari assicurativi ritiene di avere competenze in linea con l’evoluzione del mercato. "Un aspetto fondamentale per affrontare le sfide del futuro – osserva Ranucci Brandimarte – sarà la capacità di attrarre talenti sul mercato del lavoro. Oggi il settore assicurativo non ricopre una posizione di rilievo nelle scelte professionali ed è al 14° posto per la presenza professioni innovative. La sfida per la nostra associazione – conclude – è reperire e formare professionisti, con l’obiettivo di posizionare l’insurtech, entro il 2030, fra i cinque settori più stimolanti quando si parla di innovazione".