Il portafoglio bilanciato può rendere il 7 per cento

Il portafoglio bilanciato può rendere il 7 per cento
Il portafoglio bilanciato può rendere il 7 per cento

UN RENDIMENTO MEDIO annuo del 7% per i prossimi 10-15 anni. È quello che avrà, secondo le previsioni della casa d’investimenti J.P. Morgan Asset Management, un portafoglio bilanciato composto per il 60% da azioni e per il restante 40% da obbligazioni. Il rendimento, va precisato, è stato stimato in dollari statunitensi, senza dunque tenere conto delle future fluttuazioni del tasso di cambio con l’euro, a cui sono inevitabilmente esposti gli investitori italiani e di tutto il Vecchio Continente. Le previsioni sono state presentate la settimana scorsa a Milano da John Bilton, manager di J.P. Morgan Am che ricopre la carica di head of Global Multi-Asset Strategy. In una conferenza in cui ha incontrato la stampa italiana, Bilton ha illustrato i contenuti delle Long-Term Capital Market Assumptions (Ltcma), un documento che J.P. Morgan AM presenta ogni anno e che contiene appunto le stime sull’andamento dei mercati finanziari nel medio e lungo periodo.

Ovviamente, per fare proiezioni così estese nel tempo non si può ignorare lo scenario macroeconomico e geopolitico circostante. "Il mondo sta entrando in un periodo di transizione economica significativa sulla scia della pandemia globale e dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche", ha detto Bilton, "con implicazioni di ampia portata per gli investitori". Il gestore di J.P. Morgan Am ha sottolineato che "ci stiamo allontanando da un contesto caratterizzato da una persistente disinflazione, da una politica monetaria ultra accomodante e da restrizioni fiscali". Questa transizione, secondo Bilton, richiede portafogli solidi per affrontare tali sfide, con una maggiore esposizione internazionale e una maggiore diversificazione, in modo da migliorare i rendimenti. Inoltre, sempre in un’ottica di lungo termine, J.P. Morgan Am ritiene che sia una scelta opportuna costruire un portafoglio che includa anche i cosiddetti asset alternativi. Con questa espressione, nella comunità finanziaria si identificano quelle classi di investimento che vanno aldilà del settore azionario e obbligazionario e includono attività come il private equity, il private debt, gli hedge fund, le infrastrutture o gli immobili. Si tratta di asset poco liquidi, non facilmente vendibili in tempi brevi ma che, nel medio e lungo periodo, hanno buone chance di creare valore per gli investitori. Secondo le stime di J.P. Morgan AM, per esempio, la semplice aggiunta di una quota del 25% nel portafoglio destinata agli asset alternativi può incrementare il rendimento di 60 punti base (0,6%) all’anno, riducendone anche la volatilità.

Per quanto riguarda la congiuntura economica, invece, per J.P. Morgan Am le prospettive sulla crescita a lungo termine sono leggermente aumentate rispetto all’anno scorso, grazie all’impatto positivo dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sulla produttività, mentre la transizione energetica e l’emergere di nuove tecnologie possono offrire opportunità di investimento. "Dopo aver aumentato significativamente le nostre previsioni sull’inflazione negli ultimi due anni, le variazioni di quest’anno nelle Long-Term Capital Market Assumptions sono più sfumate al di fuori di alcune grandi economie, in particolare in Europa e in Giappone", ha commentato Maria Paola Toschi, global market strategist di J.P. Morgan Asset Management che ha aggiunto: "Le prospettive di crescita dei mercati sviluppati sono leggermente cresciute, proprio grazie all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produttività, mentre le previsioni per i mercati emergenti sono leggermente diminuite a causa della minore crescita tendenziale della Cina".

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