Davide
Biocchi
Stiamo assistendo a una serie di cambiamenti che stanno rimodellando i mercati. La Federal Reserve ha da poco compiuto una virata decisiva e ora si focalizza maggiormente sull’economia, in ottemperanza al suo doppio mandato che le impone anche di perseguire la massima occupazione negli Stati Uniti, dopo aver a lungo agito unicamente per contrastare l’inflazione. Ecco perché ha tagliato i tassi di 50 punti base, segnando la fine dell’era dei tassi tenuti alti per combattere l’inflazione. È l’inizio di una nuova fase in cui la priorità sembra essere l’evitare un atterraggio duro (hard landing) per l’economia, preoccupazione che ha spinto la Fed a rivedere completamente il suo approccio. A questo cambiamento epocale si aggiunge il passaggio del testimone nella leadership dei mercati. Il Nasdaq, leader indiscusso degli ultimi anni è ora in difficoltà e ha passato la mano all’S&P 500, che adesso traina il carro, segnando nuovi massimi storici. Questa transizione riflette la perdita di slancio del settore tecnologico, che al momento insegue (vedremo per quanto…). L’ultimo cambiamento riguarda l’atteggiamento degli operatori, che stanno incrementando asset difensivi come oro e obbligazioni, il che suggerisce che sia in atto un processo di de-risking, cioè lo spostamento graduale verso strumenti in grado di offrire maggiore protezione dalle turbolenze dei mercati. Non è un caso se il Nasdaq perde terreno, mentre l’S&P 500 avanza: gli investitori tornano infatti a comprare le proximity dei bond, ovvero quei titoli azionari difensivi che vantano prezzi stabili e dividendi generosi.
Se questo trend dovesse confermarsi, in futuro vedremo probabilmente meno operazioni di buyback (più gradite ai trader) e più distribuzioni di utili, ambiti invece dagli “investor”. Nei periodi di espansione, molte aziende riacquistavano le proprie azioni (buyback), spingendo al rialzo il prezzo dei loro titoli e attirando per questo molta speculazione. In questo nuovo scenario ci si aspetta invece una maggiore propensione a distribuire dividendi ad azionisti meno aggressivi e più votati al rendimento. Per i piccoli investitori, sarà un cambiamento complicato, vista la loro abitudine a comprare titoli tecnologici a ogni ribasso, ora che questo settore potrebbe sottoperformare l’indice di riferimento, seppur temporaneamente. Dovranno adattare in fretta le loro strategie di investimento al mutato contesto, il che non sarà cosa semplice. Occorre infatti tempismo e sarà interessante vedere come il mercato si adatterà.