Mercoledì 24 Aprile 2024

Covid, gli industriali: "Niente ferie, recuperiamo il Pil. Al lavoro in agosto"

L’idea parte dal Piemonte: se c’è richiesta bisogna produrre. I sindacati: ok, ma c’è un diritto al riposo

Coronavirus, una fabbrica (ImagoE)

Coronavirus, una fabbrica (ImagoE)

Roma, 12 giugno 2020 - È giusto o non è giusto lavorare ad agosto per recuperare il tempo perduto durante il lockdown? Gli industriali piemontesi non hanno dubbi: bisogna tenere le fabbriche aperte. "Non possiamo fermare di nuovo l’attività: in questo momento la priorità è il lavoro", avverte il leader Fabio Ravanelli. Il suo appello fa discutere: favorevole, nell’insieme, il mondo imprenditoriale; non ostili a priori ma convinti che la flessibilità vada contrattata i sindacati.

Confindustria, che non scende esplicitamente in campo, lascia libertà di scelta agli associati: sarebbe indubbiamente un peccato fermarsi se gli ordini ci sono, fanno sapere da viale Astronomia. E del resto, non più tardi di due settimane fa, il presidente Carlo Bonomi aveva sottolineato come fosse necessario rimboccarsi le maniche in ogni settore. Sollecitando Governo e Parlamento a non chiudere per ferie, al pari degli industriali.

Dunque: avanti con le aperture, per far ripartire il Paese. "Se c’è la domanda è giusto continuare a lavorare – spiega Carlo Robiglio, presidente della Piccola industria di Confindustria –. La nostra competitività è stata compromessa dai mesi di chiusura forzata. Abbiamo il dovere di fare il possibile per recuperare qualche settimana di produzione, sia per rilanciare il sistema-paese sia per salvaguardare la tenuta del sistema socio-economico". Magari contribuendo ad arginare il calo del nostro Pil, cercando anche di recuperare quote di mercato. Ciò non significa che che tutte le imprese siano d’accordo e, soprattutto, che ad agosto troveremo fabbriche e negozi aperti. La decisione, ovviamente, spetta alle singole aziende, in base agli ordini che stanno ricevendo e, naturalmente, ai ritmi di produzione che sono inferiori al passato per rispettare i protocolli di sicurezza.

"Come imprenditore vorrei tanto avere questi problemi, di avere commesse per tenere le fabbriche aperte ad agosto – sospira Alberto Dal Poz, presidente di Federmeccanica –. Uscendo però dall’orizzonte delle mie aziende in cui vedo un giugno, un luglio e un agosto tranquilli, io credo che l’impiantistica non veda l’ora di lavorare di più". Come il settore delle Costruzioni: l’orientamento – fanno sapere all’Ance – è quello di tenere i cantieri aperti il più possibile. "Non si arriverà allo stop degli anni scorsi in estate, ma si farà magari una turnazione per dare la possibilità alle famiglie di andare in vacanza", si spiega. Naturalmente, avverte il piemontese Ravanelli, i diritti dei lavoratori vanno garantiti nel quadro di un patto di responsabilità con tutti: "Serve l’appoggio dei sindacati, e l’apporto del welfare regionale e nazionale per mettere i lavoratori in condizione di non interrompere l’attività".

Incalza Dal Poz: "I mesi di lockdown sono stati caratterizzati da un dialogo costante con le parti sindacali a livello nazionale e territoriale". Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che gli imprenditori non incontreranno ostacoli da parte loro, purché siano realizzati i necessari accordi previsti dalla contrattazione collettiva, senza ledere il diritto al riposo dei lavoratori.  

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