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Un settore in ripresa, seppur solo parzialmente. Quello delle calzature sembra essere in rampa di lancio, anche se per ora soltanto a macchia di leopardo. Una ripresa fra luci e ombre, quindi, anche se il peggio del periodo del lockdown sembra finalmente davvero alle spalle. Per molti, anche se purtroppo non per tutti. Il fatturato nel settore dell'industria calzaturiera italia è infatti cresciuta del 18,7% nel 2021 - si parla di 12,7 miliardi di euro - e l'export è salito del 17,5% rispetto al 2020, ma soltanto un'impresa su tre è tornata ai livelli prima del Covid. Rispetto al 2019, infatti, si parla dell'11% in meno. L'indagine del Centro studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici mostra un settore nel quale i grandi marchi trainano l'export e in cui le differenze fra aziende sono evidenti. Basti pensare che soltanto una su tre ha ripreso a viaggiare sui ritmi precedenti la pandemia da coronavirus.
"L’accelerazione dell’export nel quarto trimestre ha permesso al calzaturiero di archiviare il 2021 mantenendo gli incrementi a doppia cifra che avevano caratterizzato la prima metà dell’anno - spiega il presidente di Assocalzaturifici, Siro Badon -. Dopo il crollo del 2020, anno in cui è stato duramente penalizzato dal lockdown e dalle restrizioni durante le due ondate pandemiche, il settore è ripartito, con un fisiologico rimbalzo nel secondo trimestre cui è seguito un recupero con intensità più contenuta. Tutte le principali variabili mostrano incrementi non trascurabili in valore, compresi tra il +15 e il +20% (spesa delle famiglie italiane +15,6%, produzione ed export attorno al +17%; fatturato +18,7%). Ma la ripresa è a macchia di leopardo e spesso ancora insufficiente nel ritmo, tanto che gran parte delle imprese non ha ancora raggiunto i ricavi 2019 antecedenti l’emergenza sanitaria".
L’export ha raggiunto in valore - 10,3 miliardi di euro a consuntivo - il secondo miglior risultato di sempre, anche al netto dell’inflazione. In particolare, le prime due destinazioni ovvero Svizzera (+16,2% in valore sul 2020, nei primi 11 mesi) e Francia (+24%), tradizionalmente legate al terzismo; ma anche USA (+42%) e Cina (+37,5%) che ha già abbondantemente superato i livelli 2019.
Ora bisognerà capire quali saranno gli scenari possibili con il conflitto in Ucraina.
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