Falso Made in Italy alimentare, Coldiretti: "Uno stop creerebbe 300mila posti di lavoro"

Nel mondo sono taroccati due prodotti tricolore su tre. Il giro d'affari vale 120 miliardi di euro

Prodotti alimentari 'Made in Italy' contraffatti

Prodotti alimentari 'Made in Italy' contraffatti

Roma, 3 ottobre 2022 - Il falso agroalimentare Made in Italy nel mondo arriva a toccare i 120 miliardi di euro. Colpa anche della guerra che frena gli scambi commerciali. "Il risultato è che per colpa del cosiddetto 'italian sounding' nel mondo, oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese". Questo è l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione della Settimana dell'Anticontraffazione dal ministero dello Sviluppo economico (Mise). "Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale" ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "si tratta di una priorità per la nuova legislatura, poiché ponendo un freno al dilagare dell'agropirateria a tavola si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro in Italia".

I prodotti italiani più taroccati: formaggi e vini

In cima alla classifica ci sono formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tutti i continenti. Ma non solo: ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Oltre ai formaggi, anche i salumi vengono falsati: dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore. E poi è il turno dell’olio e delle conserve, dove spesso viene taroccato il pomodoro San Marzano. "Ma tra gli 'orrori a tavola' non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco - spiega Coldiretti- che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi, il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell'ambito dell'accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur. Una situazione destinata peraltro a peggiorare se l'Ue dovesse dare il via libera al riconoscimento del Prosek croato".

La maggior parte dei prodotti falsi provengono dai paesi ricchi

"Tra i maggiori taroccatori del Made in Italy ci sono paradossalmente i paesi ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti dove si stima che il valore dell'italiano sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di euro. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa - sottolinea Coldiretti - sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall'Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina”.

L’industria del falso sta dilagando anche in Russia, per via delle sanzioni dopo l’attacco all’Ucraina che favoriscono il protezionismo e moltiplicano la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale. "La situazione ha portato Putin a decidere l'embargo sui prodotti agroalimentari occidentali e a potenziare l'industria alimentare locale con la produzione di cibi tarocchi come il Parmesan, la mozzarella o il salame Milano che hanno preso il posto sugli scaffali delle specialità italiane originali. In molti territori, dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, sono sorte fabbriche specializzate nella lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta di formaggi duri e molli così come di salumi che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari del Belpaese. Un fenomeno che ha colpito anche i ristoranti italiani che, dopo una rapida esplosione nel Paese ex sovietico, hanno dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali", fanno sapere da Coldiretti.