
Il fake sextortion è una truffa realizzata senza avere davvero foto o video compromettenti con cui ricattare qualcuno
Roma, 5 giugno 2025 – Non è una truffa nuova, ma ultimamente si è “raffinata”, arrivando a utilizzare l’Intelligenza artificiale e divenendo difficile da scoprire, al punto che nelle ultime settimane la Polizia Postale ha emanato un vademecum per aiutare le potenziali vittime a non cascarci. Si tratta della “fake sextortion”, detta così perché realizzata senza avere davvero foto o video compromettenti. In passato, i ragazzi e le ragazze venivano abbordate sui social da falsi coetanei, che dopo chat e like e vari messaggi, arrivavano a chiedere immagini e video hard. Se la vittima ci cascava, veniva poi minacciata di vedere in rete quel materiale intimo, e quindi per paura e vergogna pagava le somme richieste. Ma adesso si è arrivati a fondere la truffa con quella deepfake, cioè con alterazioni dei visi in modo da generare materiale fake che però potrebbe essere vero, tanto è elevata la qualità generata da algoritmi.
L’indagine di Avast
Da una recente analisi di Avast, si è visto che l’Italia è al quinto posto fra i Paesi più esposti a truffe da sextortion. Nei primi mesi del 2025, tale truffa è aumentata del 137% negli Stati, del 49% nel Regno Unito e del 34% in Australia. Gli esperti mettono in guarda contro una nuova tattica: l’uso di Google Maps per creare email personalizzate che incorporano le foto delle case delle vittime scattate da Google Street View. Gli esperti di Avast calcolano che esistono più di 15.000 portafogli Bitcoin unici associati a queste campagne, e che i truffatori sfruttano sempre più la violazione dei dati per diventare convincenti e colpire in maniera mirata. Nella classifica dei 10 Paesi più vulnerabili, ci sono anche Giappone, Singapore, Hong Kong, Sud Africa, Australia, Regno Unito, Svizzera e Repubblica Ceca che hanno registrato i tassi di rischio più alti per la sextortion nell’anno solare appena trascorso.
I consigli della Polizia Postale
- Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro e le richieste si faranno più insistenti; - Non vergognarsi per aver condiviso immagini intime. Siamo di fronte a criminali organizzati che conoscono le curiosità e le fragilità delle vittime di questo tipo di reato; - Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma conservare gli screen shot delle conversazioni, delle minacce e del profilo dell’estorsore; - Fare una segnalazione sul portale www.commissariatodips.it.