L'etichettatura degli imballaggi: l'e-commerce alla prova della sostenibilità

La crescita delle vendite online e il loro cambiamento accrescono la necessità di trovare soluzioni sempre più sostenibili per l’ambiente

Migration

Fra gli effetti che la pandemia ha lasciato, accanto alle sofferenze e alla crisi economica, vi sono comportamenti nuovi quali la propensione a cercare un rinnovato equilibrio fra vita professionale e vita personale e la crescita degli acquisti online che non solo sono cresciuti in termini quantitativi con un numero maggiore di transazioni ed una più frequente consuetudine a ricorrervi, ma anche in termini qualitativi con nuove modalità ed anche nuove regolamentazioni che hanno il compito di affrontarne criticità finora poco considerate quali l’impatto sull’ambiente.

La crescita del 85% della spesa alimentare online in Italia a cui si è assistito nel 2020, sospinta dal primo lockdown, ha visto un ulteriore incremento del 44% nel 2021: i dati, rilevati dal Politecnico di Milano, dimostrano la pervasività del commercio elettronico e si affiancano all’ascesa di nuove forme – dal “live shopping” agli acquisti su abbonamento nei settori della cosmetica e dell’abbigliamento – la cui radice comune consiste nell’innovazione per la quale gli acquisti online non si limitano a soddisfare un bisogno, ma sono volti ad  innescare un desiderio, stimolare un acquisto d’impulso ampliando con ciò l’ampiezza delle occasioni per le quali ricorrervi. Di qui l’impatto sui resi, spesso gratuiti, la cui crescita ha condotto operatori come Asos e Zalando a sospendere i clienti che eccedono in tali comportamenti.

L'aumento delle vendite online e il loro cambiamento accrescono la necessità che questo fenomeno sia sostenibile per l’ambiente, consapevoli del fatto che le consegne a domicilio, la dimensione degli imballaggi, la gestione dei resi ed infine la supply chain in cui sono coinvolti gli operatori rappresentano fattori critici sui quali è necessario fare il punto per metterne a fuoco le problematiche ed evidenziare le buone pratiche per affrontarle.

Prorogato al 1° gennaio 2023, va inquadrato in questo contesto l'obbligo di etichettatura ambientale. Il decreto n. 116 del 3 settembre 2020, che aveva recepito le direttive UE 2018/851 sui rifiuti e 2018/852 sugli imballaggi, dispone che tutti gli imballaggi siano “opportunamente etichettati […] per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero ed il riciclaggio degli imballaggi, nonché per dare una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi”. “I produttori hanno, altresì” recita la norma “l’obbligo di indicare, ai fini della identificazione e classificazione dell’imballaggio, la natura dei materiali di imballaggio utilizzati”.

Secondo il decreto, se gli imballaggi destinati alle imprese possono non presentare le informazioni relative alla destinazione finale degli imballaggi, ma devono comunque riportare la codifica dei materiali di composizione, le spedizioni destinate ai consumatori finali, e quindi anche quelle frutto di un acquisto online, debbono, a partire dal 1° gennaio 2023, non solo riportare il codice alfanumerico del materiale utilizzato, ma anche le indicazioni per la raccolta.

Come afferma Andrea Spedale, Presidente di Aicel, l’Associazione Italiana del Commercio Elettronico, “l’etichettatura ambientale è un atto necessario per migliorare la gestione dei rifiuti e quindi per salvaguardare, tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente, proteggere la salute umana, promuovere i principi dell’economia circolare. Si sentiva la mancanza di un regolamento comunitario e le due direttive hanno colmato questo vuoto”. “Contrariamente a quanto si possa pensare, i venditori on-line sono molto attenti alle tematiche relative alla sostenibilità. Questo aspetto è stato confermato anche in una recente ricerca condotta fra i nostri soci dalla quale è emerso che quasi il 70% dei venditori ha dichiarato di riutilizzare gli imballi e i materiali di imballaggio e il 53% ha confermato di aver, nel tempo, ottimizzato gli imballi per diminuirne le dimensioni.

L'obbligo di etichettatura degli imballaggi, di per sé semplice e non di particolare impatto nella gestione e nei costi, ha invece richiesto un'analisi iniziale approfondita per identificare quali materiali vengono utilizzati negli imballi in ingresso e uscita. Spesso è stato necessario il coinvolgimento dei fornitori che hanno informato sulle caratteristiche dei prodotti e fornito utili indicazioni sulle simbologie e le pratiche di smaltimento. E' una norma giusta che è stata accolta con favore da tutti i venditori”.

Anche grazie al tempo ulteriore messo a disposizione dalla proroga nell’introduzione della norma, i prossimi mesi saranno dunque importanti per intervenire su questo e sugli altri fronti aperti dell’e-commerce nei confronti della sostenibilità.